Un evento storico all’Auditorium Parco della Musica
L’Auditorium Parco della Musica si prepara ad accogliere un evento di portata storica: la prima produzione scenica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia de “La Valchiria” di Richard Wagner. L’opera, che inaugurerà la stagione il 23 ottobre, segna il ritorno del compositore tedesco a Roma dopo ben 64 anni e rappresenta la prima volta per Daniel Harding alle prese con la tetralogia wagneriana. Un’occasione unica per assistere a un capolavoro mastodontico in una veste completamente nuova.
Un progetto ambizioso: il Ring completo sotto la direzione di Harding
Il concerto inaugurale non è solo un evento isolato, ma l’inizio di un progetto ambizioso che vedrà l’esecuzione integrale del ciclo del Ring des Nibelungen nei prossimi anni, sotto la direzione di Daniel Harding. Dopo “La Valchiria”, seguiranno “Siegfried” nel 2026/2027 e “Götterdämmerung” (Il crepuscolo degli dèi) nel 2027/2028. L’Oro del Reno, il prologo delle tre giornate, è invece rimandato al 2028. L’unico precedente del Ring completo in forma di concerto a Santa Cecilia risale all’esecuzione di Giuseppe Sinopoli negli anni 1988-1991, mentre nel 2013 un giovane Kirill Petrenko aveva diretto L’Oro del Reno.
Un cast stellare per un’opera epica
Sul palco si esibiranno alcuni tra i più acclamati interpreti wagneriani, tra cui Michael Volle, che ha già interpretato con successo il ruolo di Wotan nel Ring alla Semperoper di Dresda, Miina-Liisa Värelä, ospite frequente del Festival di Bayreuth, Vida Miknevičiūtė e Jamez McCorkle. Un cast di prestigio per dare voce e corpo ai personaggi iconici dell’opera wagneriana.
La regia di Huguet: un ponte tra i miti nordici e la Roma imperiale
La messa in scena è affidata al regista francese Vincent Huguet, che ha scelto di legare i miti nordici del mondo wagneriano ai fasti della Roma imperiale. “Il compositore era influenzato anche dalla tragedia greca, dall’Italia e dalla cultura mediterranea”, ha spiegato Huguet. “Il libretto descrive l’ascesa e la caduta dell’impero di Wotan e Roma è una delle poche città che può vantare di essere stata capitale dell’Impero romano, dell’Impero della Chiesa Cattolica dal Medioevo e dell’Impero coloniale tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento”. Un’interpretazione originale che promette di svelare nuove sfaccettature dell’opera wagneriana.
Un allestimento scenico innovativo
L’interior designer Pierre Yovanovich ha trasformato la Sala Santa Cecilia in un set teatrale, eliminando varie file di posti della platea per realizzare un “palazzo imperiale senza tempo che potrebbe appartenere al quartiere Eur” e che ricorda con le sue scale un Piranesi modernista. I costumi, firmati da Edoardo Russo e realizzati in collaborazione con la sartoria Tirelli Trappetti Costumi, e il light design di Christophe Forey completano un allestimento scenico innovativo e suggestivo.
Harding: una sfida che riserva una ricompensa enorme
Per Daniel Harding, affrontare il mastodontico Ring è una grande sfida che riserva una ricompensa enorme. Il direttore musicale dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia sottolinea la difficoltà iniziale nel capire la partitura, trovare un senso e una struttura, dare in ogni momento la trama musicale e il senso drammatico senza mai perdere la direzione. “Ma quando ci accorgiamo che comincia a funzionare è una gioia incredibile”, afferma Harding. “Quella di Santa Cecilia non è una orchestra d’opera ma ha l’abitudine a suonare l’opera e questo aiuta molto”. Wagner è speciale, osserva, “e abbiamo bisogno di tanta pazienza non solo per la lunghezza ma per trovare la maniera di far uscire il suono giusto. L’orchestra ha una grande flessibilità e un istinto musicale e drammatico notevole. E’ un lavoro faticoso ma penso che alla fine avremo raggiunto un altro suono da aggiungere all’arsenale dell’orchestra che potremo usare in futuro per tante altre cose'”.
Un’occasione imperdibile per celebrare Wagner e la cultura
L’inaugurazione della stagione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con “La Valchiria” rappresenta un evento culturale di straordinaria importanza. Non solo segna il ritorno di Wagner a Roma dopo un’assenza prolungata, ma offre anche l’opportunità di apprezzare un capolavoro assoluto in una veste completamente nuova, grazie alla regia innovativa di Vincent Huguet e all’interpretazione magistrale di Daniel Harding e di un cast stellare. Un’occasione imperdibile per celebrare la musica, il teatro e la cultura in tutte le loro forme.
