L’ultimo atto di un maestro controcorrente
La notizia della scomparsa di Bertrand Blier, avvenuta nella sua casa parigina all’età di 86 anni, ha rattristato il mondo del cinema. Dopo l’insuccesso del suo ultimo lavoro, “Convoi exceptionnel” del 2019, inedito in Italia, Blier si era ritirato in un silenzio amareggiato, con una salute progressivamente peggiorata. Accanto a lui, la moglie Farida Rahouadj, sua interprete prediletta negli anni 2000, così come lo era stata in precedenza Anouk Grinberg, sua seconda sposa. Questo ritiro dalle scene non sorprende chi conosceva la sua natura di autore sarcastico e anticonformista, sempre pronto a mettere in discussione ogni convenzione, attirando l’ammirazione del pubblico e, spesso, la diffidenza della critica.
Un’eredità d’arte e provocazione
Figlio d’arte di Bernard Blier, celebre attore del cinema europeo, Bertrand ereditò dal padre l’amore per il cinema parigino e, in particolare, per il lavoro di Michel Audiard, che considerava una fonte d’ispirazione per il suo tono popolare e l’attenzione ai reietti della società. Il suo debutto nel 1963 con il documentario “Hitler, connais pas”, un’indagine sulla gioventù dell’epoca, suscitò scandalo e fu ritirato dal Festival di Cannes. Nonostante le difficoltà iniziali, Blier non si arrese, lavorando come assistente e debuttando alla regia nel 1967 con “Si j’étais un espion”, un’opera che non ottenne il successo sperato.
Il trionfo de “I santissimi” e l’Oscar per “Preparate i fazzoletti”
La sua rivincita arrivò nel 1974 con “I santissimi”, commedia nera e provocatoria che lanciò le carriere di Patrick Dewaere, Gérard Depardieu e Miou Miou. Il film, distribuito in tutto il mondo, cementò l’amicizia tra Blier e Depardieu, che lavorarono insieme otto volte. Nel 1978, con “Preparate i fazzoletti”, Blier vinse l’Oscar per il miglior film straniero, ottenendo anche il plauso della critica più severa, inclusi i “Cahiers du cinéma”.
Un catalogo di opere indimenticabili
La carriera di Bertrand Blier è costellata di 18 opere provocatorie, che hanno segnato la storia del cinema. In Italia, molti dei suoi titoli hanno riscosso grande successo, come il thriller surreale “Buffet freddo”, la pochade sull’omosessualità “Lui portava i tacchi a spillo”, “Troppo bella per te” e “Un due tre stella”, presentato in concorso a Venezia nel 1993. Nel 2010, Blier portò alle Giornate degli Autori “Le bruit des glaçons”, una commedia feroce che vedeva Jean Dujardin alle prese con la personificazione del suo cancro, dimostrando ancora una volta la sua capacità di trasformare l’assurdo in una riflessione profonda sulla vita.
Una voce contro che non si spegne
Timido e occhialuto, ma pieno di vita e inseguito dal pensiero della morte, Bertrand Blier è stato un maestro del dialogo paradossale e dell’osservazione sociale. La sua è stata una voce contro, che ha saputo raccontare la sua generazione, nata prima del ’68, e rimasta giovane e ribelle fino alla fine, proprio come il suo sosia sullo schermo, Gérard Depardieu. Oggi, il suo ricordo e le sue opere continuano a parlare, mantenendo viva la sua eredità di genio e provocazione.
L’eredità di un provocatore gentile
La scomparsa di Bertrand Blier segna la fine di un’epoca nel cinema francese e internazionale. La sua capacità di mescolare il sarcasmo con l’umorismo nero e la critica sociale lo ha reso un autore unico e imprescindibile. Blier non si è mai piegato alle convenzioni, preferendo esplorare i lati oscuri e grotteschi della vita con uno sguardo tagliente ma anche profondamente umano. Le sue opere continueranno a stimolare il dibattito e a far riflettere, testimoniando la forza di un cinema che non ha paura di sfidare lo status quo.