Un’isola, un festival e un legame indissolubile con il passato
Per Steven Isserlis, violoncellista di fama mondiale, esibirsi in un piccolo spazio o in una grande sala da concerto non fa molta differenza. La sua passione per la musica traspare in ogni nota, indipendentemente dal contesto. È stato proprio a Patmos, nel cuore di Chora, la cittadella fortificata, che Isserlis ha inaugurato il Festival cameristico, regalando al pubblico brani di Schubert e Saint-Saens.
L’isola, per Isserlis, rappresenta un luogo speciale, legato a un passato ricco di emozioni. Fu proprio a Patmos che John Tavener, compositore inglese e maestro del “minimalismo sacro”, compose “The Protecting Veil” per lui nel 1988. Tavener, che ha trascorso anni nell’isola dell’Egeo, ha avuto un lungo e profondo rapporto con Isserlis, per il quale ha scritto sette brani, alcuni dei quali sono stati proposti durante il festival.
“Considero Patmos un posto molto speciale”, spiega Isserlis, “perché John Tavener nel 1988 scrisse per me ‘The Protecting Veil’ proprio nel luogo in cui abbiamo fatto le prove, che all’epoca era l’albergo in cui alloggiava”.
Il legame con Tavener, scomparso nel 2013, è indissolubile. “Abbiamo avuto i nostri alti e bassi, ma era davvero un grande amico. Mi manca ancora. Ho mantenuto un legame molto forte con la sua famiglia e sono molto felice quando suono la sua musica”.
Un violoncello come un’estensione di sé
Isserlis, 65 anni e un cespuglio di capelli grigi, parla con passione del suo prezioso Stradivari del 1726, che lo accompagna da 15 anni e che appartiene alla Royal Academy of Music di Londra. Il violoncello è per lui un’estensione di sé, un’entità con cui ha un legame profondo e intimo.
“Il violoncello mi ha dato tanto”, ammette. “È una parte di me, tocca una sfera molto intima. È uno strumento per me naturale, il più vicino alla voce umana. Può essere un soprano o un basso. È tutto”.
La sua passione per il violoncello è nata in tenera età, quando si è reso conto che non sapeva fare bene nient’altro. “Quando mi sono accorto che non sapevo fare bene nient’altro”, risponde ridendo, “ho capito che il violoncello sarebbe stato il compagno di una vita”.
La musica come un ponte tra generazioni
Isserlis non vede un divario generazionale nella musica. “È cambiato il modo di comunicare, ma l’atteggiamento di fronte alla musica è lo stesso”, afferma. “Mi chiedono spesso quanto sia mutata nel corso del tempo la mia maniera di interpretare un brano. Io mi rendo conto di essere diverso solo quando guardo le foto di 25 anni fa, per il resto mi sento sempre uguale”.
Il divario generazionale, tuttavia, si è visto in modo lampante nella seconda serata del festival, quando le giovani artiste in scena con lui utilizzavano lo spartito online, mentre Isserlis ha disteso sul leggio la più tradizionale sequenza cartacea. Ne è scaturita una gag divertente con il tenore Ian Bostridge, intervenuto per tenere fermi i fogli a rischio con una mano tra una folata e l’altra.
Isserlis è convinto che la musica non sia destinata a restare una passione per adulti. “In Cina ormai devono limitare i posti riservati ai giovani altrimenti non ne resterebbero per le altre fasce di spettatori. È meraviglioso perché lì i ragazzi sono davvero appassionati. Ma accade anche in Occidente”.
Un omaggio all’arte e alla passione
Il Festival cameristico di Patmos, fondato dagli italiani Roberto Proseda e Massimo Fino, è un’occasione unica per ascoltare musicisti di fama mondiale e giovani talenti, creando un ponte tra generazioni e culture. L’evento è un omaggio all’arte e alla passione, un’esperienza che arricchisce l’anima e la mente.
L’esibizione di Steven Isserlis a Patmos è stata un momento di grande emozione, un’occasione per celebrare la musica e la sua capacità di unire le persone. Il suo legame con l’isola, con John Tavener e con la sua passione per il violoncello, ha regalato al pubblico un’esperienza indimenticabile.
Un futuro roseo per la musica?
La passione di Isserlis per la musica e la sua convinzione che il futuro della musica sia roseo sono incoraggianti. La sua esperienza e il suo talento sono un’ispirazione per le giovani generazioni, che si avvicinano alla musica con entusiasmo e curiosità. È importante che la musica continui a essere un ponte tra generazioni, un linguaggio universale che unisce le persone e le culture.