
Pulici all’attacco: \”Troppi stranieri, pochi italiani\”
Durante la serata di premiazione del Premio Maestrelli alla carriera a Montecatini, Paolo Pulici, icona del calcio italiano, non ha risparmiato critiche sulla situazione attuale del panorama calcistico nazionale. L’ex attaccante del Torino ha puntato il dito contro l’eccessiva presenza di giocatori stranieri, a suo dire, preferiti ai talenti italiani. \”Gli attaccanti di oggi del calcio italiano? Ma se fanno giocare solo gli stranieri!\”, ha tuonato Pulici, soprannominato ‘Puliciclone’ per la sua potenza e prolificità sotto porta.
Il caso Retegui e Kean: \”Perché far giocare chi ha il bisnonno italiano?\”
Pulici ha poi sollevato dubbi sulla convocazione di giocatori come Retegui e Kean in Nazionale, mettendo in discussione i criteri di selezione basati su legami familiari lontani con l’Italia. \”Retegui e Kean in Nazionale? Ma per quale motivo dobbiamo far giocare chi ha il bisnonno italiano? Prima o eri italiano o non giocavi\”, ha affermato con decisione, sottolineando come ai suoi tempi l’italianità fosse un requisito imprescindibile per vestire la maglia azzurra.
Le scelte delle società: \”Si dovrebbe girare l’Italia, non Parigi o Berlino\”
L’ex bomber granata ha esteso le sue critiche alle scelte delle società calcistiche, accusate di privilegiare l’acquisto di giocatori stranieri anziché investire nella ricerca di talenti locali. \”Il problema parte dalle scelte fatte dalle società: per comprare un giocatore si dovrebbe girare l’Italia, non andare a Parigi o a Berlino\”, ha dichiarato, rimpiangendo i tempi in cui il calcio italiano poteva vantare attaccanti del calibro di Riva, Boninsegna e Savoldi.
Il Torino nel cuore: \”Pochi italiani, bilanci a posto ma chi ci guadagna?\”
Inevitabile un commento sulla sua ex squadra, il Torino, dove Pulici ha militato per gran parte della sua carriera. L’ex attaccante ha lamentato la scarsa presenza di giocatori italiani nella rosa attuale e ha espresso dubbi sulla gestione societaria. \”Quanti italiani ci sono nel Toro di oggi? Ci sono Casadei, Ricci, ma poi?\”, si è chiesto Pulici, aggiungendo: \”Cairo, se non decide lui di vendere, possiamo ragionare quanto vogliamo. Oggi la squadra si piazza a metà o bassa classifica, sei sempre lì a sperare di salvarti presto per non avere problemi. E dicono che almeno i bilanci a posto. Ma così chi ci guadagna?\”.
Scetticismo sull’Europa: \”Non ci credo, ma magari vedo male io\”
Infine, Pulici ha manifestato il suo scetticismo sulle ambizioni europee del Torino, mettendo in discussione la capacità della società di raggiungere traguardi importanti con l’attuale gestione. \”I tifosi si chiedono quanti soldi servono alla società per ottenere certi traguardi. E all’Europa io non ci credo, ma magari vedo male io\”, ha concluso l’ex idolo dei tifosi granata.
Un grido d’allarme per il calcio italiano?
Le parole di Paolo Pulici, pur nella loro schiettezza e nostalgia per il passato, sollevano interrogativi importanti sul futuro del calcio italiano. La predominanza di giocatori stranieri, se da un lato può arricchire il livello tecnico del campionato, dall’altro rischia di soffocare la crescita dei talenti locali e di impoverire l’identità nazionale. È necessario un dibattito approfondito sulle politiche sportive e sulle strategie delle società per garantire un futuro sostenibile e competitivo al calcio italiano, senza rinunciare alla valorizzazione dei propri giovani.