Centri della famiglia: un investimento per le famiglie italiane
La ministra per la Famiglia, Eugenia Maria Roccella, ha annunciato al Festival dell’economia di Trento la volontà di implementare i Centri della famiglia, aumentando il loro numero e fornendo loro compiti specifici. L’obiettivo è quello di offrire supporto alle famiglie in difficoltà e promuovere la conciliazione lavoro-famiglia, elementi chiave per contrastare la denatalità.
“Vogliamo l’implementazione dei Centri della famiglia, il prossimo passo immediato, anche senza aspettare la Finanziaria, è promuovere i Centri per la famiglia dando anche compiti specifici che non avevano, perché creati senza lasciando la decisione alle Regioni. Vogliamo che siano di più: ora sono tra i 500 ed i 600 concentrati in alcune regioni, in altre non ci sono per niente, vogliamo moltiplicarli, investire almeno 30 milioni e anche altri fondi che devono passare dall’intesa Stato-Regioni”, ha dichiarato Roccella.
Supporto alle famiglie e lotta alla denatalità
La ministra ha sottolineato l’importanza di fornire un supporto concreto alle famiglie italiane, in particolare a quelle in difficoltà. “Vogliamo dare compiti di accompagnamento alle famiglie in difficoltà – ha aggiunto la ministra – ma anche lavorare sul parental control, perché le app già esistono ma serve formazione perché sono poco utilizzate, i nonni ed i genitori non hanno formazione sufficiente per attivare queste app e saperle gestire. Serviranno anche per fare formazione sulle droghe, ad esempio il Fentanyl, per dare a nonni e genitori gli strumenti per capire i segnali di allarme”.
L’auspicio, ha aggiunto Roccella, è che i Centri vengano utilizzati anche per l’accompagnamento delle donne nei primi mesi dopo la nascita del bambino.
Per contrastare la denatalità “secondo Ocse ciò che ha più effetto non sono gli asili nido, sono le misure di conciliazione”, ha detto ancora Roccella.
Le misure del governo per le famiglie
Il governo, ha sottolineato Roccella, si è mosso “secondo tre assi, l’assistenza diretta, i soldi in tasca alle famiglie implementando il provvedimento preso dal governo precedente e abbiamo aumentato i fondi per l’assegno unico, sono 3 miliardi in più investiti”. Il governo, ha proseguito Roccella, ha aumentato mediamente l’assegno di circa 700 euro l’anno.
Il secondo asse – ha spiegato – “è la conciliazione e l’accesso al lavoro delle donne e il mantenimento del posto di lavoro, troppe si dimettono dopo il primo o il secondo figlio”. Il terzo asse, ha concluso la ministra, sono gli asili nido, sui quali si sta intervenendo anche grazie ai fondi del Pnrr.
Proteste di Ultima Generazione
Durante l’intervento di Roccella alcuni manifestanti, un gruppo di circa 30 giovani di ‘Ultima generazione’, hanno protestato all’esterno del Palazzo della Provincia autonoma di Trento. I giovani hanno esposto striscioni e intonato slogan contro le politiche del governo. Nessun disordine, con le forze dell’ordine a tenere sotto controllo la situazione a breve distanza.
Un’analisi critica
L’annuncio di Roccella sull’implementazione dei Centri della famiglia è un passo positivo, ma è importante ricordare che i Centri non sono una soluzione miracolosa. È necessario un approccio multidimensionale per contrastare la denatalità, che tenga conto di fattori economici, sociali e culturali. Inoltre, è importante garantire che i Centri siano gestiti in modo efficiente e che siano realmente in grado di fornire un supporto alle famiglie. La formazione sui temi del parental control e delle droghe è un’iniziativa lodevole, ma è fondamentale che sia accompagnata da un’azione educativa più ampia per sensibilizzare genitori e nonni sui rischi e sulle opportunità del mondo digitale.