Un viaggio introspettivo alla scoperta di sé
“Labirinti”, il film d’esordio di Giulio Donato, presentato alle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia, racconta il percorso di formazione di Francesco, un adolescente calabrese che, attraverso i suoi sogni, affronta un viaggio introspettivo alla scoperta della propria identità e del suo destino.
Il protagonista, interpretato da Francesco Grillo, cresce in un paesino tra le montagne calabresi, un luogo che, con la sua bellezza e la sua natura selvaggia, diventa il palcoscenico del suo percorso di crescita.
Come spiega il regista, il film è un’opera che “attraverso i sogni scopre qualcosa di se stesso che non sapeva nella vita vera. Qualcosa che lo turba, lo smuove, lo porta a a farsi delle domande, a cercare di comunicare con se stesso per scoprire chi è e qual è la propria strada, il proprio destino”.
Un’amicizia a confronto con il futuro
Il film si concentra sul legame tra Francesco e il suo amico Mimmo, interpretato dall’esordiente Simone Iorgi. I due sono amici fraterni fin da bambini, ma arrivati alla soglia dell’età adulta, le loro diverse idee sul futuro li separano in modo violento.
Francesco, introverso e riflessivo, si confronta con la sua identità e con le sue paure, mentre Mimmo, estroverso e impulsivo, cerca di trovare la sua strada nel mondo. La loro amicizia, messa a dura prova dalle diverse prospettive sul futuro, diventa un elemento centrale del racconto.
Uno sguardo documentaristico e onirico
Il film di Donato unisce uno sguardo quasi documentaristico, che segue gli appuntamenti della vita quotidiana in un paese di montagna, alle aperture a una dimensione onirica. Il regista crea un’atmosfera suggestiva, che cattura l’essenza di un luogo e di un’epoca, e che si immerge nella profondità del mondo interiore del protagonista.
La natura, con la sua bellezza e la sua forza, diventa un elemento chiave del film, riflettendo le emozioni e le sensazioni di Francesco. Il paesaggio diventa un simbolo del suo viaggio interiore, un luogo dove si confrontano la sua voglia di emancipazione e la sua paura di affrontare il futuro.
Una storia di formazione e crescita
“Labirinti” è una storia di formazione, di crescita, di un adolescente che si confronta con le sue paure, con i suoi desideri e con le sue scelte di vita. Il film racconta il suo percorso di scoperta, di ricerca di sé, di affermazione della propria identità.
Il regista, Giulio Donato, classe 1993, ha un’esperienza significativa nel mondo del cinema, avendo lavorato come aiuto regista e producer su più di sessanta set cinematografici in Italia e all’estero. In “Labirinti”, Donato porta sullo schermo la sua sensibilità e la sua capacità di raccontare storie di formazione e crescita con un tocco delicato e poetico.
Un’ambientazione significativa
Il film è stato girato in un paesino in provincia di Vibo Valentia, un luogo che, secondo il regista, riflette “tanti luoghi comuni, tante oppressioni, tanta chiusura mentale estremamente diffuse e che non sono legate a un luogo geografico”.
La scelta di ambientare il film in Calabria, un territorio ricco di storia e di cultura, ma anche di contrasti e di complessità, non è casuale. Il paesaggio diventa un elemento chiave del racconto, un simbolo del percorso di crescita del protagonista e del suo confronto con le tradizioni e le aspettative del suo ambiente.
Un’opera di grande sensibilità e autenticità
“Labirinti” è un film che si distingue per la sua sensibilità e la sua autenticità. Il regista riesce a catturare l’essenza del mondo interiore del protagonista, mostrando le sue paure, le sue speranze, le sue emozioni con delicatezza e rispetto. La scelta di un cast quasi interamente composto da non professionisti contribuisce a rendere il film ancora più autentico e realistico, immergendo lo spettatore in un’atmosfera familiare e autentica.