Bologna – Una boccata d’aria, è il caso di dirlo, per l’Emilia-Romagna. Dopo settimane caratterizzate da elevate concentrazioni di inquinanti e conseguenti misure emergenziali, le ultime rilevazioni di Arpae (Agenzia Regionale per la Prevenzione, l’Ambiente e l’Energia) hanno decretato la fine del “bollino rosso” su tutto il territorio regionale. I livelli di polveri sottili (PM10), il principale osservato speciale, sono rientrati al di sotto delle soglie di allarme, consentendo una revoca delle limitazioni più severe al traffico.

La notizia, attesa da cittadini e amministratori, segna una tregua importante nella cronica battaglia contro lo smog che affligge il bacino padano, specialmente durante la stagione fredda. Le condizioni meteorologiche favorevoli degli ultimi giorni, con un aumento della ventilazione e l’arrivo di correnti più pulite, hanno giocato un ruolo cruciale nella dispersione degli agenti inquinanti accumulatisi a causa dell’alta pressione e dell’inversione termica.

La fine delle misure emergenziali

Con il cessare dell’allerta, decadono i provvedimenti più restrittivi che avevano interessato in particolare i comuni con più di 30.000 abitanti e l’agglomerato di Bologna. Tra questi, lo stop alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, che si aggiungeva alle limitazioni già previste per le categorie più inquinanti. Queste misure emergenziali, attivate in base alle previsioni di superamento dei limiti di PM10, includevano anche altri divieti, come:

  • Il divieto di spandimento di liquami zootecnici senza l’adozione di tecniche ecosostenibili.
  • Il divieto assoluto di combustioni all’aperto, come falò e abbruciamenti di residui vegetali.
  • La riduzione delle temperature massime consentite negli edifici: 19°C per le abitazioni e 17°C per le attività industriali.

Il sistema di monitoraggio e allerta di Arpae, basato su bollettini emessi nei giorni di controllo (lunedì, mercoledì e venerdì), ha funzionato come una cabina di regia, modulando le restrizioni in base all’evolversi della situazione. Ora, con il rientro dei valori, si passa da una gestione emergenziale a una di mantenimento.

Non abbassare la guardia: le misure strutturali restano attive

È fondamentale sottolineare che la fine del bollino rosso non significa un “liberi tutti”. Su tutto il territorio dei comuni di pianura della regione restano infatti in vigore le misure strutturali previste dal Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030). Queste limitazioni, attive dal 1° ottobre al 31 marzo, rappresentano lo zoccolo duro della strategia regionale per migliorare la qualità dell’aria nel lungo periodo.

Le principali misure strutturali includono:

  1. Limitazioni alla circolazione veicolare: Dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 18:30, è previsto il divieto di circolazione per i veicoli più vecchi. Le categorie interessate sono:
    • Veicoli diesel fino a Euro 4 compreso.
    • Veicoli a benzina fino a Euro 2 compreso.
    • Veicoli a metano-benzina e GPL-benzina fino a Euro 1 o Euro 2 (a seconda delle ordinanze).
    • Ciclomotori e motocicli fino a Euro 1 compreso.
  2. Riscaldamento domestico: Vige il divieto di utilizzo di impianti di riscaldamento a biomassa legnosa (come caminetti e stufe) con prestazioni energetiche ed emissive inferiori a 3 o 4 stelle (a seconda delle specifiche comunali), qualora sia presente un sistema di riscaldamento alternativo.
  3. Agricoltura e ambiente: È confermato il divieto di abbruciamento dei residui vegetali in agricoltura, una pratica che contribuisce significativamente all’emissione di polveri sottili.

Per i veicoli soggetti a limitazioni, la Regione ha attivato il servizio Move-In (Monitoraggio dei Veicoli Inquinanti), che attraverso l’installazione di una scatola nera permette di percorrere un numero limitato di chilometri all’anno, offrendo una deroga basata sull’uso effettivo del mezzo.

Un problema complesso e una strategia integrata

La lotta all’inquinamento atmosferico in Emilia-Romagna, e più in generale nel bacino padano, è una sfida complessa che richiede un approccio multi-settoriale. Il PAIR 2030, approvato a inizio 2024, è il documento programmatico che guida le azioni della Regione. Esso mira a ridurre le emissioni non solo dei principali inquinanti primari (come il PM10), ma anche dei loro precursori, agendo su diversi fronti:

  • Mobilità sostenibile: Incentivi per il rinnovo del parco veicoli, potenziamento del trasporto pubblico e sviluppo della mobilità ciclabile.
  • Efficienza energetica: Riqualificazione energetica degli edifici per ridurre i consumi legati al riscaldamento.
  • Attività produttive e agricoltura: Misure specifiche per ridurre le emissioni provenienti da industrie e allevamenti, con un focus particolare sull’ammoniaca (NH3), uno dei principali precursori del particolato secondario.

L’obiettivo è ambizioso: rientrare stabilmente nei limiti di legge per la qualità dell’aria, tutelando la salute dei cittadini e rispondendo alle direttive europee. I dati degli ultimi anni mostrano un trend di miglioramento, sebbene la strada sia ancora lunga, specialmente per inquinanti come l’ozono in estate e le polveri sottili in inverno.

Il ritorno a una situazione di normalità, senza l’assillo del bollino rosso, è una notizia positiva che testimonia l’efficacia, seppur temporanea, delle misure emergenziali e del contributo delle condizioni meteo. Tuttavia, l’attenzione deve rimanere alta. Il rispetto delle misure strutturali da parte di tutti e il proseguimento delle politiche di lungo termine sono le uniche vere chiavi per garantire un’aria più pulita e un futuro più sostenibile per la nostra regione.

Di davinci

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