L’Italia si è svegliata questa mattina in una morsa di disagi, con il settore dei trasporti pubblici in primo piano a causa dello sciopero generale nazionale di 24 ore indetto dal sindacato CGIL. La mobilitazione, che coinvolge diverse categorie del settore pubblico e privato, è stata proclamata come forma di protesta contro la Legge di Bilancio presentata dal governo, ritenuta dal sindacato “socialmente iniqua”. Dalle grandi città del Nord fino al Sud, i pendolari e i cittadini hanno dovuto fare i conti con un venerdì nero per la mobilità.

La situazione nelle grandi città: Milano e Napoli in ginocchio

Le ripercussioni più significative si sono registrate nelle principali aree metropolitane del Paese. A Milano, la giornata è iniziata con la chiusura della linea metropolitana M3 (la “gialla”), una delle arterie vitali per gli spostamenti urbani. Anche la circolazione di bus e tram ha subito forti rallentamenti e cancellazioni al di fuori delle fasce di garanzia (fino alle 8:45 e dalle 15:00 alle 18:00). La situazione non è stata migliore a Napoli, dove la linea 1 della metropolitana è rimasta chiusa al termine della fascia di garanzia mattutina. A questo si è aggiunta la sospensione delle corse per le storiche funicolari di Mergellina e Montesanto, complicando ulteriormente gli spostamenti tra le diverse zone della città partenopea. Secondo gli organizzatori, circa 10.000 persone hanno partecipato al corteo in città.

A Roma, invece, la situazione del trasporto pubblico gestito da Atac è apparsa più tranquilla. Il servizio è risultato sostanzialmente regolare, una circostanza dovuta principalmente al fatto che un altro sciopero del settore era già stato indetto nella capitale solo pochi giorni prima. Nonostante ciò, si è tenuta una manifestazione che ha visto la partecipazione di circa 3.000 persone, con un corteo partito da Piazza Vittorio Emanuele II.

Ferrovie e trasporto aereo: disagi a macchia di leopardo

Lo sciopero ha interessato in modo massiccio anche il trasporto ferroviario. Il personale del Gruppo FS Italiane, Trenord e Italo ha incrociato le braccia dalla mezzanotte fino alle 21 di questa sera. Sebbene i treni a lunga percorrenza (come Frecce e Intercity) siano stati in gran parte garantiti in base agli accordi con le aziende, i veri problemi si sono concentrati sul trasporto regionale. Numerose corse sono state cancellate al di fuori delle fasce di garanzia (6-9 e 18-21). In Liguria, le stazioni di Genova Brignole e Principe hanno visto la cancellazione di oltre quindici treni tra Intercity e regionali. Situazione analoga a Bologna, dove diversi treni regionali in arrivo e in partenza nelle ore mattutine sono stati soppressi.

Il settore del trasporto aereo, per questa giornata, è stato invece risparmiato dai disagi maggiori, con voli sostanzialmente regolari. Tuttavia, si tratta solo di una tregua temporanea: uno sciopero specifico per il comparto aereo è già stato proclamato per il prossimo 17 dicembre, preannunciando nuove difficoltà per i viaggiatori in un periodo a ridosso delle festività natalizie.

Le ragioni della protesta e le manifestazioni in piazza

Al centro della mobilitazione c’è una netta opposizione alla manovra economica del governo. La CGIL contesta diversi punti della Legge di Bilancio, chiedendo di aumentare salari e pensioni, fermare l’innalzamento dell’età pensionabile, contrastare la precarietà, introdurre una riforma fiscale equa e progressiva e maggiori investimenti in sanità, istruzione e politiche industriali. Il sindacato critica anche l’aumento delle spese militari a discapito del welfare. Per dare voce a queste rivendicazioni, sono state organizzate manifestazioni in numerose città italiane.

Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha scelto di partecipare al corteo di Firenze, da dove ha lanciato un messaggio chiaro al governo: “Questa manovra d’austerità non serve al Paese”. Landini ha definito lo sciopero “sociale ma anche politico”, volto a rivendicare “un futuro di pace e giustizia sociale per le nuove generazioni”. A Milano, è stato il segretario generale della FIOM (Federazione Impiegati Operai Metallurgici), Michele De Palma, a guidare la manifestazione, sottolineando le preoccupazioni del mondo industriale e operaio.

Impatto sul mondo della scuola

Oltre ai trasporti, lo sciopero ha avuto un impatto significativo anche sul settore dell’istruzione. In diverse regioni, come la Liguria e l’Emilia-Romagna, numerose scuole sono rimaste chiuse o hanno funzionato a orario ridotto a causa dell’adesione del personale docente e ATA alla protesta. Questo ha creato ulteriori disagi per le famiglie, costrette a trovare soluzioni alternative per la gestione dei figli.

In conclusione, la giornata di sciopero generale ha messo in luce un clima di forte tensione sociale, con il sindacato che chiede un cambio di rotta deciso sulle politiche economiche e il governo che difende l’impianto della manovra. Le prossime settimane saranno decisive per capire se ci sarà spazio per un dialogo costruttivo o se si andrà verso un’ulteriore escalation della protesta.

Di atlante

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