Roma – Il panorama energetico italiano si trova a un bivio. Da un lato, gli automobilisti beneficiano dei prezzi dei carburanti più bassi degli ultimi tre anni. Dall’altro, si profila all’orizzonte una vera e propria rivoluzione fiscale che, a partire dal 1° gennaio 2026, modificherà equilibri consolidati da decenni. A ciò si aggiunge un quadro complesso caratterizzato da una domanda di energia sostanzialmente stabile, una significativa riduzione delle emissioni inquinanti e un andamento altalenante delle fonti rinnovabili. Questi sono i dati salienti emersi dal Preconsuntivo energia e mobilità 2025, presentato da Gianni Murano, presidente dell’Unem (Unione Energie per la Mobilità).
La Rivoluzione delle Accise: il Sorpasso del Gasolio
La notizia di maggior impatto per i consumatori è senza dubbio il futuro dei prezzi alla pompa. Nel 2025, il prezzo medio della benzina si è attestato a 1,733 euro al litro, mentre il gasolio ha registrato una media di 1,652 euro al litro, con un calo di 8-9 centesimi rispetto al 2024. Tuttavia, questo scenario è destinato a cambiare radicalmente. A partire dal 1° gennaio 2026, entrerà in vigore l’allineamento delle accise tra benzina e gasolio, una misura che, a quotazioni attuali, porterà il prezzo del diesel a superare quello della benzina di circa 3 centesimi di euro al litro. Questa manovra, parte della riforma fiscale varata dal governo, mira a eliminare il vantaggio fiscale storicamente goduto dal gasolio, con un gettito stimato per l’erario di circa 2 miliardi di euro nel quinquennio 2026-2030.
L’impatto di questa misura sarà significativo: si stima che l’accisa verrà fissata per entrambi i carburanti a 0,6729 euro al litro. Ciò comporterà una diminuzione di circa 4 centesimi per la benzina e un contestuale aumento della stessa cifra per il gasolio, ribaltando la convenienza tra i due carburanti.
Domanda Energetica e Fonti Fossili: Stabilità e Dipendenza
Analizzando il quadro energetico complessivo, la domanda di energia in Italia nel 2025 si è mantenuta pressoché invariata rispetto all’anno precedente, attestandosi a 142,1 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), con una lievissima flessione dello 0,3%. In questo contesto, le fonti fossili continuano a giocare un ruolo predominante:
- Il petrolio si conferma per il terzo anno consecutivo la prima fonte energetica del Paese, coprendo il 37% del fabbisogno totale.
- Il gas naturale segue a ruota con una quota del 36,5%, rimanendo centrale soprattutto per la produzione termoelettrica.
Un dato positivo emerge sul fronte ambientale: le emissioni di CO2 sono diminuite del 13% rispetto al 2021, segnalando un progresso nel percorso di decarbonizzazione del Paese.
Le Sfide delle Rinnovabili: Tra Investimenti e Contrazioni
Nonostante gli ingenti investimenti sostenuti dal PNRR, pari a 44 miliardi di euro, il settore delle fonti di energia rinnovabile (FER) ha registrato una flessione dello 0,9% nel 2025. La causa principale di questo rallentamento è da attribuire alla drastica contrazione della produzione idroelettrica, che ha subito un crollo del 20%. Questa criticità ha messo in luce la vulnerabilità di questa fonte alle condizioni climatiche e ha parzialmente vanificato i progressi registrati da altre rinnovabili, come il fotovoltaico, che ha invece mostrato una crescita robusta. A maggio 2025, le rinnovabili hanno comunque raggiunto un picco storico, coprendo il 55,9% della domanda elettrica mensile.
Dinamiche dei Consumi Petroliferi e Commercio Internazionale
I consumi petroliferi complessivi hanno subito una contrazione del 2,8%, fortemente influenzata dal crollo della petrolchimica (-37%). Al contrario, i prodotti destinati alla mobilità hanno mostrato segnali di crescita, in particolare la benzina (+3,8%) e il jet fuel (+2,2%). In difficoltà, invece, il settore del bunkeraggio marittimo, che ha registrato un calo del 15% a causa della ridotta competitività dei porti italiani.
Sul fronte delle importazioni di greggio, si consolida il ruolo strategico del continente africano. L’Africa è diventata la principale area di approvvigionamento per l’Italia, con una quota del 42% sul totale delle importazioni. Paesi come la Libia si confermano partner fondamentali, a cui si sono aggiunti di recente Niger e Senegal, portando a 14 il numero di nazioni africane (su un totale di 31) da cui l’Italia importa petrolio. Questa diversificazione geografica, che ha visto l’importazione di 90 tipi diversi di greggio, è un elemento chiave per la sicurezza energetica nazionale.
