Un silenzio rotto solo dal crepitio dei “focari” e dalle voci sommesse di antichi artigiani. Un viaggio a ritroso nel tempo, dove ogni pietra sembra sussurrare storie di vita vissuta. Questo è stato il Presepe Vivente del ‘900 che ha animato le strade di Roscigno Vecchia, il celebre “paese fantasma” degli Alburni, inaugurando le festività natalizie con un’immersione totale nella memoria e nella spiritualità. Centinaia di visitatori si sono lasciati avvolgere dal fascino senza tempo di questo borgo, patrimonio UNESCO, che per una notte è tornato a pulsare di vita, trasformandosi in una scenografia naturale di incomparabile bellezza.
L’evento, più che una semplice rappresentazione, è stato un’esperienza sensoriale e comunitaria, un ponte gettato tra passato e presente. Le stradine illuminate dal calore dei falò, le ambientazioni rurali ricostruite con una cura filologica e le botteghe colme dei sapori autentici del Cilento hanno accolto il pubblico in un’atmosfera magica e sospesa. Un successo reso possibile dall’impegno congiunto del Comune di Roscigno, dalla realizzazione di My Fair e dal fondamentale sostegno della Fondazione Monte Pruno, in sinergia con la Pro Loco Roscigno Vecchia, il Forum dei Giovani, l’associazione Terra Mia e la parrocchia San Nicola di Bari.
Un Palcoscenico a Cielo Aperto: la “Pompei del Novecento”
Roscigno Vecchia, definita non a caso la “Pompei del Novecento”, ha offerto il suo fascino intatto come palcoscenico ideale per questa rievocazione. Abbandonato agli inizi del XX secolo a causa di movimenti franosi, il borgo è oggi un “paese museo” che conserva intatta l’architettura e l’urbanistica di un tempo. Per l’occasione, i vicoli, le piazze e le antiche case in pietra, alcune delle quali riaperte eccezionalmente al pubblico, si sono trasformati in un grande teatro all’aperto. I visitatori hanno potuto varcare le soglie di abitazioni disabitate da decenni, ritrovandole trasformate in piccole e accoglienti locande dove degustare i piatti tipici della robusta tradizione culinaria cilentana, un’esperienza che ha unito la scoperta culturale al piacere enogastronomico.
La Natività e gli Antichi Mestieri sotto la Guida di Francesco Puccio
Il cuore della manifestazione è stata la rappresentazione della Natività, la cui narrazione è stata affidata alla sapiente regia di Francesco Puccio, ricercatore di storia del teatro, regista e scrittore. La sua guida ha permesso di alternare con maestria i momenti più sacri e spirituali a vivide scene di vita quotidiana d’inizio secolo. I figuranti, con i loro costumi d’epoca, hanno riportato in vita gli antichi mestieri: l’artigiano che intrecciava cesti, la massaia intenta a preparare il pane e la pasta fresca, il fabbro al lavoro nella sua fucina. Un quadro vivente che ha permesso di riscoprire gesti e saperi di un mondo rurale quasi scomparso, offrendo un’importante lezione di storia e identità. La partecipazione è stata corale, coinvolgendo attivamente la comunità locale, tanto che anche il sindaco, Pino Palmieri, ha vestito i panni di uno dei Re Magi.
“Terre Ritrovate”: un Progetto per la Valorizzazione delle Radici
L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto “Terre Ritrovate – I viaggi delle radici nella Valle del Calore”, finanziato nell’ambito dell’Accordo per la coesione della Regione Campania (delibera Cipess n. 70/2024). Questo programma mira a promuovere un turismo autentico e consapevole, incentrato sulla riscoperta dell’identità territoriale e sul legame emotivo con le proprie origini. “Terre Ritrovate” coinvolge sei comuni della Valle del Calore (Castel San Lorenzo, Laurino, Sacco, Piaggine, Valle dell’Angelo e Roscigno) e unisce eventi culturali, laboratori esperienziali, enogastronomia e natura, con l’obiettivo di creare una comunità coesa tra abitanti e visitatori. Il Presepe Vivente di Roscigno Vecchia ha rappresentato un perfetto esempio di questa filosofia, trasformando un evento tradizionale in un’esperienza condivisa e identitaria.
Il culmine della serata è stato un abbraccio collettivo che ha idealmente unito tutti i presenti, attraversando l’intero borgo e simboleggiando il ritrovato senso di comunità. Un momento di forte impatto emotivo che ha sottolineato il valore della memoria come collante sociale. Come hanno ricordato gli organizzatori, a Roscigno Vecchia “ogni pietra racconta una storia”, e grazie a manifestazioni come questa, quelle storie tornano a essere ascoltate, vissute e tramandate, assicurando che il patrimonio culturale di questo luogo incantato continui a ispirare le generazioni future.
