Roma torna ad essere il cuore pulsante del dibattito politico nazionale con l’inaugurazione di Atreju 2025, la storica manifestazione della destra italiana che, per la sua ventiseiesima edizione, si presenta in una veste ancora più ambiziosa. Dal 6 al 14 dicembre, i giardini di Castel Sant’Angelo si trasformano in un grande villaggio che unisce politica, cultura e atmosfera natalizia, ospitando quella che gli organizzatori definiscono “l’edizione più lunga di sempre”. Con il titolo emblematico “Sei diventata forte – L’Italia a testa alta”, l’evento si propone di celebrare la ritrovata centralità dell’Italia sullo scenario internazionale sotto la guida del governo di centrodestra.

Un’Agenda Politica Fitta: Riforme e Confronti

Il programma di Atreju 2025 è denso di appuntamenti che toccano i nervi scoperti dell’attualità politica italiana. Al centro dell’arena, i temi delle riforme istituzionali, con un’attenzione particolare al premierato e alla riforma della giustizia. Su quest’ultimo fronte, è particolarmente atteso il dibattito sulla separazione delle carriere che vedrà la partecipazione del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio (11 dicembre), del presidente dell’ANM, Cesare Parodi (12 dicembre), di Silvia Albano di Magistratura Democratica e dell’ex magistrato Antonio Di Pietro. Questi incontri si preannunciano come un momento cruciale di confronto tra governo, magistratura e politica, in vista anche di futuri appuntamenti referendari.

La kermesse si conferma come un evento “di parte ma non di Partito”, come sottolineano gli organizzatori, aprendo il palco a un dialogo trasversale. Infatti, sabato 13 dicembre sarà la giornata dedicata al confronto con i leader dell’opposizione: sono attesi, tra gli altri, Giuseppe Conte (M5S), Carlo Calenda (Azione), Matteo Renzi (Italia Viva) e Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra). La loro presenza testimonia la volontà di Atreju di porsi come piattaforma di dibattito per l’intero arco politico, nonostante le fisiologiche distanze.

Il Caso Schlein: Un’Assenza che Fa Discutere

A spiccare, nel ricco parterre di ospiti, è l’assenza della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Dopo un iniziale dialogo, non si è concretizzato l’accordo per un faccia a faccia con la Premier Giorgia Meloni, che aveva proposto un confronto a tre includendo anche Giuseppe Conte. Il conseguente forfait di Schlein è diventato un caso politico, interpretato da alcuni come un’occasione mancata per un confronto diretto e da altri come una scelta strategica per non legittimare la piattaforma avversaria. La segretaria del PD presiederà, in contemporanea con la chiusura di Atreju il 14 dicembre, l’assemblea del suo partito, creando una sorta di “sfida a distanza” con l’intervento conclusivo di Giorgia Meloni.

Scenari Internazionali: da Abu Mazen a un ex Ostaggio di Hamas

L’edizione 2025 di Atreju allarga notevolmente il suo orizzonte internazionale, ponendo al centro del dibattito la complessa situazione mediorientale. La presenza più attesa e discussa è senza dubbio quella di Abu Mazen, Presidente dell’Autorità Palestinese, previsto per il 12 dicembre. La sua partecipazione, che ha già suscitato reazioni da parte di alcune associazioni palestinesi in Italia, conferma la volontà della kermesse di affrontare direttamente i nodi geopolitici più delicati. A creare un potente contrappunto narrativo sarà, il 7 dicembre, la testimonianza di Rom Braslavcki, un cittadino israeliano rimasto ostaggio di Hamas per oltre due anni e recentemente liberato. Saranno presenti anche esponenti del Likud, a testimonianza di un approccio che mira a dare voce a diverse prospettive del conflitto.

Cultura, Società e Memoria Storica

Atreju non è solo politica. La manifestazione offre un ricco programma culturale, con l’obiettivo di intersecare cronaca e società. Due mostre in particolare promettono di far discutere:

  • Il “Bullometro”: Un’installazione dal tono ironico che classifica e dà i voti alle “parole d’odio della sinistra”, presentata come una sorta di pagella degli insulti ricevuti.
  • “Egemonie che ci piacciono”: Una rassegna che contrappone all’egemonia culturale gramsciana una “egemonia del merito”, attraverso i profili di personalità che hanno incarnato valori come coraggio e libertà, da Pier Paolo Pasolini a Simone Veil, da Nicola Calipari a Edith Stein.

Un momento di grande valore simbolico sarà il faccia a faccia, l’8 dicembre, tra Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, a 32 anni dalla loro storica sfida per il Campidoglio che segnò l’inizio del bipolarismo in Italia. Un’occasione per riflettere sulle trasformazioni del Paese e della politica.

Completano l’offerta un grande villaggio natalizio con mercatini e una pista di pattinaggio, e la presenza di numerose figure del mondo dello spettacolo e dello sport, tra cui Mara Venier, Carlo Conti, Ezio Greggio, Raoul Bova, Gianluigi Buffon e i CT della pallavolo Fefè De Giorgi e Julio Velasco, che riceveranno il Premio Atreju. La chiusura della manifestazione, domenica 14 dicembre, sarà affidata come da tradizione all’intervento della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, preceduta dai leader della maggioranza Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi.

Di veritas

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