La poesia, da sempre specchio dell’animo umano e strumento di resilienza, ha tracciato una rotta di salvezza per Haidar Al-Ghazali, poeta palestinese di 21 anni la cui voce, intrisa del dolore e della speranza della sua terra, ha attraversato il Mediterraneo per trovare eco e accoglienza in Italia. Atterrato all’aeroporto di Fiumicino il 23 novembre, Haidar ha lasciato alle spalle le macerie di Gaza per iniziare un nuovo capitolo della sua vita a Macerata, dove lo attende un percorso di studi in Diritto Internazionale presso l’ateneo locale.

Un Appello Disperato e la Forza della Solidarietà

La sua storia è un potente intreccio di arte, giornalismo e solidarietà. Tutto ha avuto inizio con un grido d’aiuto lanciato lo scorso giugno: “C’è qualcuno tra voi che può aiutarmi a uscire da questo inferno?”. Un appello disperato, raccolto e amplificato da Max Brod, giornalista Rai e “poetry slammer”, che ha saputo mobilitare la Nazionale Giornalisti e la Nazionale Poeti, innescando una catena di eventi virtuosi. A dare risonanza mediatica alla sua vicenda è stata in particolare la trasmissione “Agorà” su Rai3, condotta da Roberto Inciocchi, che ha seguito e narrato con sensibilità il percorso del giovane poeta, tenendo accesi i riflettori sulla sua drammatica situazione.

In un videomessaggio carico di emozione, trasmesso proprio da “Agorà” una volta giunto a Macerata, Al-Ghazali ha voluto ringraziare chi lo ha sostenuto: “Amici miei di Agorà, grazie per tutto quello che avete fatto per me”. Parole semplici ma dense di gratitudine, che hanno commosso il pubblico e gli ospiti in studio, tra cui il giornalista Ferruccio De Bortoli, il quale ha sottolineato l’importanza della testimonianza di Haidar: “Le parole di Haidar ci devono convincere che a Gaza ci sono persone che muoiono ancora, c’è una tregua ma non c’è una pace”.

“Il loro grido è la mia voce”: la Poesia come Testimonianza

La figura di Haidar Al-Ghazali è emersa con forza nel panorama culturale italiano grazie all’antologia “Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza”, pubblicata da Fazi Editore e curata da Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini e Leonardo Tosti. Questo volume raccoglie le voci di diversi poeti palestinesi, molti dei quali hanno scritto i loro versi in condizioni di estrema precarietà, sotto i bombardamenti, trasformando la parola in un atto di pura esistenza e resistenza. Il titolo stesso della raccolta è tratto da una poesia di Al-Ghazali, a testimonianza del suo ruolo centrale in questo progetto letterario e umano.

L’opera, con la prefazione dello storico israeliano Ilan Pappé, evidenzia il ruolo cruciale che la poesia svolge nella resilienza del popolo palestinese. Come scrive Pappé, “scrivere poesia durante un genocidio dimostra ancora una volta il ruolo cruciale che la poesia svolge nella resistenza e nella resilienza palestinesi”. I curatori del libro, tre giovani sensibili e determinati, hanno deciso di agire concretamente dopo essere stati toccati dalla storia di Haidar, dimostrando come un’iniziativa culturale possa trasformarsi in un’azione di salvataggio. L’antologia non è solo un’operazione letteraria, ma anche un’iniziativa di solidarietà: per ogni copia venduta, Fazi Editore dona 5 euro a EMERGENCY per le sue attività sanitarie nella Striscia di Gaza.

Un Nuovo Inizio a Macerata

L’arrivo di Haidar a Macerata non è un evento isolato, ma si inserisce nel più ampio programma IUPALS (Italian Universities for Palestine), un’iniziativa nazionale coordinata dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) che offre a giovani palestinesi la possibilità di studiare in Italia attraverso corridoi universitari sicuri. L’Università di Macerata ha accolto, oltre ad Haidar, altri studenti palestinesi, dimostrando un forte impegno verso l’accoglienza e la solidarietà internazionale.

Il rettore dell’ateneo, John McCourt, ha definito l’accoglienza di questi giovani “un gesto di responsabilità e di speranza”, sottolineando come l’università sia “il luogo dove il futuro può ricominciare”. Appena arrivato, Haidar è stato protagonista di una serata di grande emozione alla Biblioteca della Poesia di Macerata, dove ha letto alcuni dei suoi testi e quelli di altri poeti presenti nell’antologia, tra cui Heba Abu Nada e Refaat Alareer, entrambi uccisi a Gaza. Un momento toccante che ha permesso al pubblico di entrare in contatto diretto con la potenza evocativa e la tragica urgenza di quei versi.

La storia di Haidar Al-Ghazali è una testimonianza luminosa di come la cultura, in tutte le sue forme – dalla poesia al giornalismo, dall’editoria all’impegno accademico – possa abbattere muri, creare ponti e, letteralmente, salvare vite. La sua voce, che un tempo era un grido da un “inferno”, è ora un canto di speranza che risuona nelle aule universitarie e nei circoli poetici italiani, ricordandoci il valore inestimabile della parola e dell’umana solidarietà.

Di euterpe

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