La Geografia della Felicità Lavorativa
Un recente studio dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, basato sui dati Istat del 2023, ha delineato una mappa della felicità lavorativa in Italia. Inaspettatamente, le regioni montane del Nord si sono distinte per il più alto livello di soddisfazione tra i lavoratori. La Valle d’Aosta, con il 61,7% degli occupati che si dichiarano soddisfatti, guida la classifica, seguita a ruota dalla Provincia Autonoma di Trento (61,1%) e da quella di Bolzano (60,5%).
Questi territori, noti per la loro qualità della vita e per un’economia spesso legata al turismo e all’artigianato di qualità, sembrano offrire un ambiente di lavoro più appagante rispetto ad altre aree del Paese. Ma quali sono i fattori che contribuiscono a questo primato?
I Parametri della Soddisfazione
La ricerca ha preso in considerazione una serie di fattori chiave per valutare la soddisfazione lavorativa, tra cui le opportunità di carriera, l’equilibrio tra vita privata e professionale (orario di lavoro), la stabilità occupazionale, la distanza tra casa e lavoro e, non ultimo, l’interesse per le mansioni svolte.
Dall’analisi emerge che in Italia sono circa 12,2 milioni le persone che amano il proprio lavoro, pari al 51,7% degli occupati. Un dato significativo, ma che nasconde profonde disparità territoriali.
Il Sud in Fondo alla Classifica
Se il Nord sorride, il Sud piange. Le regioni meridionali si posizionano agli ultimi posti della classifica, con la Calabria (43,8%), la Basilicata (42,3%) e la Campania (41,2%) a chiudere la graduatoria. Questi dati riflettono le difficoltà strutturali che affliggono il mercato del lavoro nel Mezzogiorno, caratterizzato da precarietà, mancanza di opportunità e un tessuto economico meno dinamico.
Benessere Aziendale: La Lombardia in Testa
L’analisi della Cgia non si è limitata a misurare la felicità percepita dai lavoratori, ma ha anche valutato il benessere aziendale complessivo, incrociando dieci indicatori relativi alla qualità del lavoro. In questo caso, è la Lombardia a primeggiare, seguita da Bolzano, Veneto, Trento, Piemonte e Friuli Venezia Giulia.
Questo risultato evidenzia come la regione più industrializzata d’Italia sia in grado di offrire un ambiente di lavoro stimolante e ricco di opportunità, nonostante le sfide legate alla competizione globale.
Precarietà, Infortuni e Smart Working: Un Quadro Completo
La ricerca della Cgia offre anche uno spaccato dettagliato su altri aspetti cruciali del mondo del lavoro italiano. Ad esempio, la precarietà, misurata come percentuale di occupati con contratti a termine da almeno 5 anni, è particolarmente elevata in Sicilia (27,9%), Basilicata (25,7%), Calabria e Puglia (entrambe al 25,5%).
Sul fronte della sicurezza, l’Abruzzo, la Basilicata e l’Umbria registrano il maggior numero di infortuni mortali e inabilità permanenti. Lo smart working, invece, è più diffuso nel Lazio, mentre la Calabria detiene il triste primato di persone che hanno rinunciato a cercare un lavoro.
Un Paese a Due Velocità
La ricerca della Cgia di Mestre dipinge un quadro complesso e variegato del mondo del lavoro italiano. Se da un lato emergono eccellenze, come le regioni montane del Nord e la Lombardia, capaci di offrire elevati livelli di soddisfazione e benessere aziendale, dall’altro persistono criticità nel Mezzogiorno, dove precarietà, disoccupazione e mancanza di opportunità continuano a rappresentare un freno allo sviluppo. Questi dati dovrebbero spingere il governo e le parti sociali a intensificare gli sforzi per ridurre il divario tra Nord e Sud e per garantire a tutti i lavoratori italiani un futuro più sereno e prospero.
