
La frattura sullo Ius Scholae
Il dibattito sullo Ius Scholae riemerge prepotentemente all’interno della maggioranza di governo, mettendo in luce divergenze significative tra i principali alleati. Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha espresso un parere favorevole alla riforma, in contrasto con le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni, che aveva definito la questione non prioritaria. Tajani ha sottolineato come lo Ius Italiae sia in linea con il programma del centrodestra, richiamando l’articolo 6 sull’integrazione e ricordando che anche Fratelli d’Italia, nella scorsa legislatura, si era mostrata favorevole a un percorso di dieci anni di istruzione per l’ottenimento della cittadinanza italiana.
La reazione degli alleati
Le dichiarazioni di Tajani hanno suscitato immediate reazioni da parte degli altri partiti della maggioranza. La Lega ha espresso una netta opposizione, affermando che non ci saranno scorciatoie per diventare italiani e che se ne riparlerà forse fra dieci anni. Fratelli d’Italia ha optato per il silenzio, nel tentativo di smorzare le polemiche, forte del risultato dei referendum che sembrano indicare una direzione diversa. Tuttavia, Tajani ha ribadito la volontà di portare il testo dello ‘Ius Italiae’ in Aula per aprire un dibattito parlamentare, distinguendo la questione dal governo. La Lega, però, non condivide questa visione, rilanciando invece temi come la pace fiscale, la rottamazione delle cartelle e la flat tax.
Priorità dell’esecutivo e paletti sulla rottamazione
Il dibattito si è esteso alle priorità dell’esecutivo, con il viceministro Maurizio Leo di Fratelli d’Italia che ha posto dei paletti alla Lega sulla rottamazione. Pur non esprimendo contrarietà, Leo ha precisato che la questione riguarda la prossima legge di bilancio e che la rottamazione non deve essere erga omnes, ma rivolta solo a chi si trova in reale difficoltà. Tajani ha rilanciato sul taglio dell’Irpef per il ceto medio, promettendo una battaglia dopo l’estate, in concomitanza con un’iniziativa sulla giustizia civile, ritenuta un freno per l’economia italiana.
La polemica sui pedaggi autostradali
Sullo sfondo rimane la polemica sull’aumento dei pedaggi autostradali, contenuto in un emendamento al dl Infrastrutture, poi ritirato. Questa vicenda ha creato ulteriori tensioni all’interno della maggioranza, con accuse reciproche tra FdI e Lega sulla paternità della misura. Le opposizioni hanno colto l’occasione per criticare il governo, parlando di una “nuova tassa sulle vacanze”. Tajani ha dichiarato di non essere stato coinvolto nella decisione, mentre la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha chiesto a Giorgia Meloni di impegnarsi a non riproporre l’aumento dei pedaggi in futuro. Giuseppe Conte del M5s ha espresso il timore che il governo possa riprovare ad introdurre nuove tasse e rincari.
Un governo alla prova delle divisioni
Le recenti tensioni all’interno della maggioranza di governo, in particolare sulle questioni dello Ius Scholae e dei pedaggi autostradali, evidenziano la difficoltà di conciliare posizioni diverse e priorità contrastanti. La capacità del governo di gestire queste divisioni e di trovare un terreno comune sarà cruciale per la sua stabilità e per la realizzazione del programma politico.