Impugnata la semilibertà di Stasi: i motivi del ricorso
La Procura Generale di Milano ha presentato ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Milano che aveva ammesso Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco nel 2007, al regime di semilibertà. Il ricorso, che sarà discusso in udienza in Cassazione, contesta “vizi di legittimità” nella motivazione del provvedimento, andando oltre la già nota questione dell’intervista televisiva.
L’udienza in Cassazione e le possibili decisioni
L’udienza in Cassazione si svolgerà in forma ‘cartolare’, senza la presenza delle parti. I giudici analizzeranno il ricorso della Procura Generale, le eventuali osservazioni del PG della Cassazione e le memorie difensive di Stasi. La Suprema Corte potrà respingere il ricorso, confermando la semilibertà, oppure annullare l’ordinanza con rinvio al Tribunale di Sorveglianza di Milano per una nuova valutazione, che dovrà tenere conto delle indicazioni fornite dalla Cassazione.
L’intervista televisiva: un permesso premio non autorizzato?
Uno dei punti chiave del ricorso, firmato dalla sostituta PG Valeria Marino, riguarda la mancata richiesta di autorizzazione specifica per l’intervista rilasciata da Stasi al programma ‘Le Iene’ durante un permesso premio per ricongiungimento familiare. La Procura Generale sostiene che i permessi premio possono essere concessi solo per motivi familiari, culturali o di lavoro, e che l’intervista non rientra in nessuna di queste categorie. Questo è solo uno dei profili per i quali l’ordinanza presenta, secondo la PG milanese, vizi di legittimità nella motivazione.
Vizi di legittimità nella motivazione: cosa significa?
I “vizi di legittimità” nella motivazione si riferiscono a carenze o incongruenze nel ragionamento giuridico che ha portato il Tribunale di Sorveglianza a concedere la semilibertà. In sostanza, la Procura Generale contesta che i giudici abbiano fornito una giustificazione insufficiente o non conforme alla legge per la loro decisione, sollevando dubbi sulla correttezza del processo decisionale.
Riflessioni sul caso Stasi e la semilibertà
Il caso di Alberto Stasi continua a sollevare interrogativi e a dividere l’opinione pubblica. La decisione della Procura Generale di impugnare la semilibertà evidenzia la complessità del bilanciamento tra il diritto alla riabilitazione del condannato e le esigenze di giustizia e sicurezza della società. La Cassazione dovrà ora valutare attentamente le argomentazioni presentate e fornire una risposta definitiva, nel rispetto della legge e dei principi fondamentali del diritto.
