Il dolore personale come motore di impegno civile
“Il dramma personale resta dentro e ci spinge all’impegno, perché ogni giorno ci sono omicidi in ogni angolo, una vera e propria emergenza che bisogna gridare e fare arrivare all’attenzione del Governo, perché servono interventi concreti soprattutto per questi ragazzi che ormai camminano con il coltello in tasca. E questo succede in tutta Italia, dove si spara alla luce del giorno in qualsiasi ora”. Queste le parole di Carmela Sermino, vedova di Giuseppe Veropalumbo, ucciso tragicamente da un proiettile vagante durante la notte di Capodanno del 2007. La sua testimonianza è il cuore pulsante della “fiaccolata per la verità e la giustizia”, un evento che ha visto la partecipazione di familiari di vittime innocenti della criminalità, uniti per chiedere giustizia e verità in diverse città italiane, tra cui Napoli.
La fiaccolata a Napoli: un corteo per non dimenticare
Circa 400 persone si sono radunate a Napoli, rispondendo all’appello promosso da Libera e altre associazioni, per marciare da via Toledo a piazza Plebiscito. Il corteo ha portato un messaggio diretto al prefetto di Napoli, in un momento cruciale per la Campania, regione che conta oltre 350 vittime innocenti. Carmela Sermino ha sottolineato come Giuseppe Veropalumbo rappresenti l’80% delle vittime innocenti che non hanno ancora ottenuto riconoscimento di giustizia e verità. “Sono 17 anni che mi impegno 365 giorni all’anno non solo per la memoria di Peppe, ma finché altre vittime innocenti non ci siano più. Ma serve l’aiuto dello Stato”, ha dichiarato con determinazione.
Don Ciotti: l’omertà uccide verità, speranza e giustizia
La presenza di don Luigi Ciotti ha ulteriormente rafforzato il significato della manifestazione. “Siamo qui per ribadire il diritto alla verità, perché l’80% dei familiari delle vittime innocenti della violenza criminale mafiosa non conosce la verità o ne conosce solo una parte”, ha affermato don Ciotti. Il suo intervento ha posto l’accento sull’omertà, definendola un nemico della verità, della speranza e della giustizia, un ostacolo che impedisce di dare risposte concrete ai familiari delle vittime.
Il sostegno delle istituzioni e della società civile
Alla fiaccolata hanno partecipato anche figure istituzionali come l’assessore alla Legalità del Comune di Napoli, Antonio De Iesu, il segretario della Uil Campania, Giovanni Sgambati, e Paolo Siani, ex parlamentare e fratello di Giancarlo Siani. Roberto Fico, del M5S, ha sottolineato l’importanza di non dimenticare le vittime innocenti e di lavorare concretamente con i giovani, investendo in scuole, inclusione, aggregazione, cultura e formazione. Ha inoltre evidenziato la necessità di maggiori investimenti nei Comuni, potenziando i servizi sociali per affrontare l’emergenza adolescenziale.
Un impegno collettivo per un futuro più sicuro
La fiaccolata di Napoli rappresenta un momento di forte impatto emotivo e civile, un grido di dolore che si trasforma in impegno concreto. La richiesta di verità e giustizia per le vittime innocenti della criminalità è un appello che non può essere ignorato. È necessario unire le forze tra istituzioni, società civile e cittadini per costruire un futuro più sicuro e giusto, dove la memoria delle vittime sia onorata con azioni concrete e un impegno costante contro ogni forma di violenza e criminalità.
