
La dichiarazione a Fiumicino
Matteo Salvini ha rilasciato una dichiarazione a margine dell’inaugurazione del nuovo Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, annunciando la sua decisione di non recarsi alle urne per i referendum previsti per l’8 e il 9 giugno. “Io non andrò a votare,” ha affermato il vice premier, “gli italiani sono maturi ed ognuno è libero di andare a votare sì o andare a votare no.”
Motivazioni personali e politiche
Salvini ha motivato la sua scelta sia con ragioni personali che politiche. “Vedo poco i miei figli, e quindi conto l’8 e 9 giugno di stare tanto tempo con i miei figli, o anche a casa.” Ha poi aggiunto una critica ai referendum stessi, definendoli “un’arma politica”. Ha ricordato come in passato sia stato fatto un invito a non votare per alcuni referendum, citando in particolare quelli sulla Giustizia, a cui la Lega teneva particolarmente. “Non condivido i contenuti di questi referendum, men che meno il regalo della cittadinanza anticipata, visto che l’Italia è il Paese europeo che dà più cittadinanze all’anno.”
Diritto democratico e tempo libero
Salvini ha concluso ribadendo il suo diritto, in quanto cittadino, di scegliere come impiegare il proprio tempo. “Quindi conto l’8 e il 9 giugno di avere tempo da passare con i miei figli. In democrazia questo è permesso.”
Un annuncio che solleva interrogativi
La decisione di Salvini di non votare, pur legittima, solleva interrogativi sull’impegno di un leader politico verso l’esercizio del diritto di voto, soprattutto in un momento in cui la partecipazione democratica è fondamentale. La sua critica ai referendum come “arma politica” potrebbe essere interpretata come un tentativo di delegittimare lo strumento della consultazione popolare.