Un principe romano alla scoperta dell’Islam

La Biblioteca di Palazzo Corsini a Roma ospita dall’8 maggio la mostra ‘Il principe e l’Islam. Leone Caetani e l’Accademia dei Lincei’, un’esposizione dedicata alla figura poliedrica di Leone Caetani di Sermoneta, principe di Teano (1869-1935). Politico, bibliofilo, viaggiatore e orientalista, Caetani fu un intellettuale fuori dagli schemi, pioniere nello studio dell’Islam e delle culture orientali in Italia.
La mostra, curata da Roberto Tottoli e Andrea Trentini, si propone di riscoprire Caetani, noto per il suo approccio rigoroso e scientifico allo studio dell’Islam nel contesto culturale italiano del primo Novecento. L’esposizione si articola in tre sezioni principali: la prima dedicata alla biografia e al percorso accademico di Caetani, la seconda alla genesi e allo sviluppo della fondazione da lui voluta, e la terza a una preziosa collezione di manoscritti orientali, rari e miniati, provenienti dalla sua collezione e arricchita nel tempo dall’Accademia Nazionale dei Lincei.

Un erudito controcorrente nella Roma del primo Novecento

Leone Caetani, erede di una delle più illustri famiglie della nobiltà romana, dimostrò fin dalla giovinezza un’insaziabile sete di conoscenza, dedicandosi allo studio del Corano, dell’ebraico, dell’assiro, del sanscrito e del persiano. La sua profonda conoscenza delle fonti arabo-islamiche, interpretate con rigore critico e metodo scientifico, lo portò a diventare uno dei primi studiosi in Europa ad analizzare le origini della storia islamica in modo autonomo e indipendente.
Nonostante non fosse legato ad alcuna istituzione accademica, Caetani fu ammesso come Socio della Reale Accademia dei Lincei, un riconoscimento del suo valore scientifico e della sua originalità. La mostra mette in luce la sua figura di intellettuale indipendente, capace di sfidare le convenzioni e di perseguire la verità con coraggio e determinazione.

Il dissenso contro l’impresa coloniale e l’esilio

Il rigore scientifico di Caetani lo portò a opporsi all’impresa coloniale italiana in Libia, denunciando le illusioni della propaganda governativa e la mancanza di conoscenza che la guidava. Nel 1911, in un discorso al Parlamento, definì l’operazione militare a Tripoli un “imbroglio”, attirandosi l’ostilità della propaganda nazionalista e perdendo il seggio parlamentare. Per riscattare il suo onore, si arruolò volontario allo scoppio della Prima guerra mondiale.
La crisi che seguì il suo ritorno in patria lo portò a lasciare l’Italia e a trasferirsi in Canada, dove costruì una nuova famiglia. Il regime fascista, ostile alle sue idee socialiste, radicali e anticlericali, sfruttò la sua acquisizione della cittadinanza canadese per privarlo della cittadinanza italiana e dello status di Socio dell’Accademia dei Lincei nel 1935. Caetani morì in Canada nello stesso anno.

La riabilitazione postuma e l’eredità di un grande studioso

L’Accademia Nazionale dei Lincei ha reintegrato Leone Caetani per acclamazione nell’adunanza del 13 marzo 2025, a quasi novant’anni dalla sua scomparsa, riconoscendo il suo valore scientifico e il suo contributo alla conoscenza dell’Islam. La mostra ‘Il principe e l’Islam’ è un’occasione per riscoprire la figura di questo studioso controcorrente, la sua opera e il suo impegno civile, e per riflettere sul rapporto tra cultura, politica e società nel contesto italiano del primo Novecento.
La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile dall’8 maggio al 29 giugno, durante l’orario di apertura della biblioteca e con aperture straordinarie nei fine settimana, offrendo al pubblico l’opportunità di approfondire la conoscenza di un intellettuale che ha lasciato un segno indelebile nella storia degli studi islamici in Italia.

Un esempio di rigore intellettuale e coraggio civile

La figura di Leone Caetani emerge come un esempio di rigore intellettuale e coraggio civile. La sua opposizione all’impresa coloniale italiana in Libia, basata su una profonda conoscenza delle fonti e una lucida analisi della realtà, dimostra la sua capacità di anteporre la verità e l’integrità intellettuale agli interessi politici e alle convenzioni sociali. La sua storia invita a riflettere sull’importanza del pensiero critico e della libertà di espressione, soprattutto in tempi di propaganda e di conformismo.

Di euterpe

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