Inizia il pellegrinaggio per la giustizia e la libertà

A Caracas, familiari e amici delle centinaia di prigionieri politici detenuti dal governo di Nicolás Maduro hanno dato il via a un’iniziativa di protesta senza precedenti. Questo lunedì, un gruppo composto da madri, mogli, sorelle, amici, difensori dei diritti umani, organizzazioni sociali e sindacali ha iniziato un “pellegrinaggio” davanti alle ambasciate accreditate nella capitale venezuelana. L’obiettivo è chiaro: chiedere appoggio internazionale per la liberazione di questi dissidenti, considerati “terroristi” dal governo venezuelano.

La “Rotta globale per la giustizia e la libertà di tutti i prigionieri politici in Venezuela” è partita dalla sede dell’ambasciata colombiana. I manifestanti chiedono al governo di Gustavo Petro di intercedere per la libertà di queste persone, molte delle quali sono state arrestate in seguito alle contestazioni delle elezioni presidenziali del 28 luglio, vinte da Maduro in circostanze controverse.

La richiesta di aiuto alla Colombia

Il gruppo ha sottolineato l’importanza del ruolo della Colombia, sia come paese ospitante di milioni di venezuelani che come membro del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU. Inoltre, la Colombia detiene il triste primato di avere il maggior numero di cittadini detenuti in Venezuela con accuse ingiuste e motivate politicamente. I manifestanti chiedono che la Colombia alzi la voce e sostenga le vittime di persecuzione e repressione nel paese vicino.

Arresti selettivi e violazioni dei diritti umani

La situazione dei prigionieri politici in Venezuela è particolarmente critica. Molti dissidenti, tra cui dirigenti politici, giornalisti, attivisti per i diritti umani, testimoni elettorali, studenti e giovani militanti di partiti, sono stati arrestati in azioni selettive, spesso prelevati dalle loro case o fermati per strada. Queste azioni, secondo le organizzazioni per i diritti umani, rappresentano una violazione sistematica dei diritti umani e un tentativo di soffocare il dissenso politico nel paese.

Il programma delle proteste davanti alle ambasciate

Il gruppo di protesta ha delineato un programma dettagliato per i prossimi giorni. Dopo la Colombia, la “Rotta globale per la giustizia e la libertà” proseguirà davanti alle ambasciate di Messico, Brasile, Giappone e Unione Europea. L’obiettivo è denunciare le violazioni sistematiche dei diritti umani e sollecitare solidarietà internazionale e sostegno diplomatico per la liberazione immediata e completa di tutti i prigionieri politici e di coloro che sono stati rilasciati con misure restrittive.

Domani, la protesta si sposterà di fronte all’ambasciata del Messico, dove si chiederà al governo di Claudia Sheinbaum “una posizione più chiara di rifiuto della repressione e più sostegno alle vittime”. Mercoledì, i manifestanti si recheranno all’ambasciata del Brasile per sollecitare “azioni diplomatiche concrete” affinché il governo Lula “dia priorità ai diritti umani nella sua politica verso il Venezuela”. Giovedì sarà la volta dell’ambasciata del Giappone, mentre venerdì la protesta si concluderà davanti alla sede diplomatica dell’Unione Europea a Caracas.

Un appello disperato per la giustizia

La “Rotta globale per la giustizia e la libertà” rappresenta un appello disperato da parte dei familiari dei prigionieri politici in Venezuela. La loro iniziativa evidenzia la gravità della situazione dei diritti umani nel paese e la necessità di un intervento internazionale. Mentre il governo di Maduro continua a negare le accuse e a considerare i dissidenti come terroristi, la comunità internazionale è chiamata a fare la sua parte per garantire la liberazione di questi prigionieri e il rispetto dei diritti umani in Venezuela. La determinazione di queste madri, mogli, sorelle e amici è un potente promemoria della resilienza umana di fronte all’oppressione e della continua lotta per la giustizia e la libertà.

Di atlante

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