
Assedio al centro del potere a La Paz
La Federazione dipartimentale unica dei lavoratori contadini “Túpac Katari”, comunemente conosciuta come Ponci Rossi (Ponchos Rojos), un’organizzazione indigena vicina all’ex presidente Evo Morales, ha compiuto un gesto eclatante di protesta. Hanno circondato piazza Murillo a La Paz, il fulcro del potere politico boliviano, per presentare al governo del presidente Luis Arce un documento contenente una serie di rivendicazioni pressanti.
Richieste di dimissioni eccellenti
Il cuore delle richieste dei Ponci Rossi è rappresentato dalle dimissioni di figure chiave del governo. Nel mirino ci sono i ministri dei Lavori Pubblici, Edgar Montaño, degli Idrocarburi e dell’Energia, Alejandro Gallardo, della Pianificazione dello Sviluppo, Sergio Cusicanqui, e degli Interni, Eduardo Del Castillo. Quest’ultimo, in particolare, aveva avviato un’inchiesta contro i Ponci Rossi a settembre, accusandoli di rivolta armata e terrorismo, un’accusa che ha evidentemente esacerbato le tensioni.
Misure economiche radicali
Oltre alle richieste politiche, i Ponci Rossi avanzano una serie di proposte economiche drastiche. David Mamani, leader del movimento, ha chiesto le dimissioni del direttore della società statale di supporto alla produzione alimentare, l’Emapa, e del vice-ministro della Difesa del Consumatore. Ma non solo: chiedono anche una riduzione del 50% degli stipendi dei dipendenti pubblici che superano i 10mila pesos boliviani (circa 1327 euro), il rifiuto di qualsiasi nuovo credito internazionale e una soluzione immediata alla carenza di combustibili e all’aumento dei prezzi, problemi che affliggono la popolazione.
Ultimatum al governo e minaccia di escalation
Mamani ha lanciato un ultimatum al governo Arce, concedendo 72 ore per rispondere alle loro richieste. In caso di mancato riscontro positivo, i Ponci Rossi minacciano di radicalizzare le proteste, paventando scenari di instabilità politica e sociale.
Reazione del governo
Il viceministro della Sicurezza Cittadina, Roberto Ríos, ha espresso preoccupazione per il ritorno di Mamani al coordinamento delle manifestazioni dei Ponci Rossi, segno di una potenziale escalation delle tensioni e di una rinnovata capacità di mobilitazione del movimento.
Un quadro politico complesso
La protesta dei Ponci Rossi si inserisce in un contesto politico boliviano particolarmente complesso. Le tensioni tra il governo Arce e le organizzazioni vicine all’ex presidente Morales sono evidenti, e le richieste avanzate dai Ponci Rossi riflettono un malcontento diffuso nei confronti delle politiche economiche e sociali del governo attuale. L’ultimatum lanciato e la minaccia di radicalizzazione delle proteste prefigurano un periodo di incertezza e potenziale instabilità per la Bolivia.