Un arsenale di armi e reperti illegali
Un’indagine dei carabinieri di Masserano (Biella) ha portato all’arresto di un uomo per possesso illegale di armi e munizioni. Durante la perquisizione della sua abitazione, sono stati rinvenuti anche reperti archeologici, culturali e paleontologici, oltre a pelli animali e parti di esemplari protetti.
I carabinieri forestali del nucleo Cites di Alessandria, coadiuvati dai nuclei di Asti e Torino, hanno sequestrato 88 reperti importati illegalmente e protetti dalla Convenzione internazionale di Washington, e 7 tutelati dalla legge italiana sulla fauna selvatica. Il valore commerciale dei reperti sequestrati è stimato tra i 50.000 e gli 80.000 euro.
Il bottino di reperti illegali
Tra i reperti sequestrati, spiccano 12 zanne in avorio, 2 zampe e una coda di elefante africano, 41 zanne di ippopotamo, un teschio di primate e uno di leone, 3 pelli di pitone africano (di cui una di circa 6 metri), 7 pelli di gattopardo africano, 2 pelli di leopardo, un rostro di pesce sega, 4 carapaci di testuggini marine, un esemplare di corallo scleractinia e altri esemplari imbalsamati di coccodrillo, poiana di Harris, varano, marmotta, scoiattolo rosso, lontra, tasso e ghiro.
Inoltre, sono state sequestrate 16 trappole tipo tagliole.
Un crimine contro la natura e la cultura
Il sequestro di armi, reperti archeologici e animali protetti mette in luce un crimine contro la natura e la cultura. Il possesso illegale di tali beni rappresenta una grave minaccia alla biodiversità e al patrimonio culturale. È fondamentale che le autorità competenti continuino a combattere il commercio illegale di specie protette e di reperti archeologici, per preservare la nostra eredità naturale e culturale.