Un’insofferenza da Hollywood
Giancarlo Giannini, 82 anni, ha mostrato tutta la sua insofferenza alla conferenza stampa per la Stella della Mole, definendo la situazione simile a “Hollywood” con “cento fotografi”. L’attore, pur contento del premio, ha espresso il desiderio di poterlo portare a casa senza farsi male, riferendosi alle punte aguzze della Stella.
Un pessimismo verso il cinema moderno
Giannini ha espresso un profondo pessimismo verso il cinema contemporaneo, definendolo “cambiato” e poco piacevole. L’attore ha ammesso di aver visto pochi film dopo la pandemia, ma di non aver apprezzato quelli visti, ad eccezione di “The Fabelmans” di Spielberg e “Perfect Days” di Wenders.
Il ritorno alla semplicità e alla fantasia
Giannini ha ribadito la sua preferenza per il cinema del passato, affermando che “i capolavori oggi non si fanno più”. L’attore ha suggerito la necessità di “pensare altre forme di cinema”, forse più brevi, e ha definito il digitale “una rivoluzione che deve essere ancora capita”.L’attore ha criticato la mancanza di semplicità e fantasia nel cinema contemporaneo, auspicando un ritorno a queste due qualità. Giannini ha definito la semplicità “difficilissima da applicare” e la fantasia “poco adoperata”, sottolineando la necessità di “rottura degli schemi” e di un approccio più semplice e fantasioso.
Il valore di ‘The Fabelmans’
Giannini ha elogiato “The Fabelmans” di Spielberg per la sua capacità di raccontare “una piccola storia personale in modo geniale”, paragonandolo a Kubrick e Kurosawa. L’attore ha auspicato un ritorno alla “semplicità di raccontare la vita in modo umano e mistico”, sottolineando la mancanza di misticismo nel cinema contemporaneo.
Un’analisi critica del cinema contemporaneo
Le parole di Giancarlo Giannini riflettono una critica profonda al cinema contemporaneo, che l’attore percepisce come distante dalla semplicità e dalla fantasia del passato. Il suo appello a un ritorno a questi valori potrebbe essere interpretato come un desiderio di cinema più umano e introspettivo, che si concentri sull’esperienza individuale e sulla ricerca di un significato profondo. Tuttavia, è importante ricordare che il cinema è un’arte in continua evoluzione e che le nuove tendenze possono riflettere le esigenze e le sensibilità di un pubblico diverso. La critica di Giannini, pur legittima, non deve essere interpretata come una condanna del cinema contemporaneo, ma piuttosto come un invito a riflettere sulla direzione che l’arte cinematografica sta prendendo.