Un viaggio nella memoria e nel lutto
La regia di Sara Fgaier, già montatrice per Pietro Marcello, è delicata e attenta, costruendo un’atmosfera onirica e suggestiva che accompagna il protagonista nel suo percorso di riconciliazione con il dolore. Il film si avvale di un cast di talento, con Sara Serraiocco nei panni di Miriam, la figlia di Gian che cerca di aiutarlo a riacquistare la memoria, ed Emilio Francis Scarpa che interpreta il giovane Gian in flashback che ci rimandano alla sua storia d’amore con Leila. “Interpretare Miriam – dice Serraiocco – mi ha subito affascinato, è una donna molto matura che ha il compito di riportare in vita le memorie del padre. Lei subisce un duplice lutto: dopo la madre perde anche il papà, perché con quell’amnesia vede che la figura paterna le si disintegra davanti… “.
Un’indagine nel passato
La sceneggiatura, firmata dalla regista con Sabrina Cusano e Maurizio Buquicchio, si basa su una profonda ricerca sui sogni, sul lutto, sui rituali in Italia e Nordafrica, elementi che contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva e introspettiva. “La primissima volta in cui ho deciso di fare un film mio è stata 15 anni fa – spiega Fgaier -. Sento di essermi preparata a lungo. Qui ho unito testi che mi avevano segnato, diventati un’unica voce, ricerche sui sogni, sul lutto, i rituali, in Italia e Nordafrica. Tutte esperienze che riconfigurano spazio e tempo e ci riportano ai bisogni primari, per uscire del nostro ego”.
Il potere della memoria
La regista Fgaier ha messo l’amore al centro del film, perché è qualcosa che segna “un prima e un dopo, non si esce mai, dopo averlo vissuto senza essere cambiati”. Il film si presenta come un’indagine, una ricostruzione del passato che porta Gian a scomparire, rinascere e avere una seconda possibilità con un cambio di prospettiva. “Il tono mystery – aggiunge Fgaier – era ancora più presente in sceneggiatura. Quella di Gian è un’indagine, la ricostruzione del passato, che lo porta a scomparire, rinascere, e avere una seconda possibilità con un cambio di prospettiva. Nella memoria continuiamo a far vivere le persone. È qualcosa di potente. In fondo i morti non sono tali finché non decidiamo di dimenticarli”.
Riflessioni sul film
“Sulla terra leggeri” è un film che ci invita a riflettere sul potere della memoria e sulla capacità di riconnettersi con le persone che amiamo, anche dopo la loro scomparsa. Il film ci mostra come la memoria possa essere una fonte di conforto e di speranza, un ponte che ci collega al passato e ci aiuta a dare un senso al presente. La regia di Sara Fgaier è delicata e attenta, costruendo un’atmosfera onirica e suggestiva che accompagna il protagonista nel suo percorso di riconciliazione con il dolore. Il film è un’opera che ci invita a guardare dentro noi stessi e a riscoprire il valore delle relazioni umane, anche quando queste sono segnate dal dolore della perdita.