Tre pilastri per la riforma delle intercettazioni
Secondo quanto dichiarato all’ANSA dal Senatore azzurro Pierantonio Zanettin, primo firmatario di due proposte di legge, la riforma delle intercettazioni si basa su tre punti chiave, concordati con il Ministro Nordio.
Il primo pilastro, già approvato, riguarda il divieto di intercettazione delle conversazioni tra avvocato e cliente. Il secondo stralcio della riforma definisce le modalità di sequestro di smartphone e dispositivi digitali, mentre il terzo pilastro si focalizza sui limiti alla proroga delle intercettazioni.
Zanettin ha espresso la sua fiducia nella conclusione della riforma base sulle intercettazioni entro la fine dell’anno.
Divieto di intercettazione delle comunicazioni avvocato-cliente
La proposta di legge del Senatore Zanettin, che presto sarà discussa in Aula, prevede la modifica dell’articolo 103 del codice di procedura penale, introducendo il divieto di sequestro e controllo delle comunicazioni tra l’indagato e il proprio difensore.
Secondo il provvedimento, tale divieto è previsto a meno che l’autorità giudiziaria non abbia fondati motivi per ritenere che le comunicazioni costituiscano corpo del reato. La proposta di legge specifica inoltre che le intercettazioni avvocato-cliente non potranno essere trascritte, nemmeno in forma sommaria.
Implicazioni etiche e pratiche della riforma
La riforma delle intercettazioni solleva questioni complesse sia dal punto di vista etico che pratico. Il divieto di intercettazione delle comunicazioni avvocato-cliente è un passo importante per tutelare il diritto alla difesa e il segreto professionale, garantendo la fiducia tra l’indagato e il suo legale. Tuttavia, è necessario valutare attentamente le implicazioni di questa misura, assicurando che non ostacoli le indagini in casi di reale necessità e che non venga utilizzata per celare attività illecite.