Un viaggio metaforico di Sindbad
L’Opera di Roma si prepara ad accogliere in prima assoluta “L’ultimo viaggio di Sindbad”, un’opera di Silvia Colasanti che, con un libretto di Fabrizio Sinisi liberamente ispirato ai testi di Erri De Luca, affronta il tema della migrazione in un’opera che si preannuncia come una riflessione profonda e coinvolgente. La figura di Sindbad, rielaborata in chiave moderna, diviene un simbolo di chi si mette in viaggio per cercare una vita migliore, un moderno traghettatore di migranti che porta con sé le speranze e le paure di chi cerca un futuro migliore.
La compositrice Silvia Colasanti, tra le più affermate sulla scena internazionale e vincitrice dello European Composer Award nel 2013, ha inteso creare un’opera che non si limiti a raccontare un semplice viaggio, ma che si trasformi in una “parabola, un percorso metastorico attraverso tempi, culture e interpretazioni diverse”, come lei stessa ha spiegato.
Il regista Luca Micheletti, in sintonia con la visione della compositrice, ha voluto dare vita ad una rappresentazione che si distacchi dalla cronaca per abbracciare un livello più profondo di riflessione. “Sindbad, come Ulisse, è un ponte tra Oriente e Occidente”, afferma Micheletti, “Non naviga da Troia verso Itaca, peregrinando per un Mediterraneo pieno di trappole metafisiche, ma dal Nordafrica all’Europa. Attraverso gli antichissimi codici del teatro e della musica, desideriamo consegnare agli interlocutori di questo tempo le tracce di un passaggio storico, di un fenomeno che ci eccede, di una storia che si autodetermina e ci determina”.
Il librettista Fabrizio Sinisi, con la sua esperienza nella creazione di opere che affrontano tematiche sociali e politiche, ha saputo dare voce a questa storia, trasformandola in “un piccolo rito, una liturgia laica, che porta dentro di sé il ricordo di tutti i viaggi e di tutti i naufragi”.
La sinergia tra la musica di Silvia Colasanti, il libretto di Fabrizio Sinisi e la regia di Luca Micheletti promette di dare vita ad una rappresentazione potente e coinvolgente, capace di toccare le corde più profonde del pubblico.
Un cast di talento e una produzione di alto livello
L’opera “L’ultimo viaggio di Sindbad” si avvale di un cast di talento e di una produzione di alto livello.
Nel ruolo di Sindbad è impegnato il baritono Roberto Frontali, un artista di grande esperienza e talento. Sul podio debutta Enrico Pagano, giovane direttore classe 1995, che si appresta a dirigere l’Orchestra dell’Opera di Roma.
Le scene sono affidate a Leila Fteita, nota per la sua capacità di creare scenografie evocative e suggestive. I costumi sono opera di Anna Biagiotti, che ha saputo creare un guardaroba che si integra perfettamente con l’atmosfera dell’opera. Le luci sono di Marco Giusti, che ha curato con grande attenzione l’illuminazione della scena.
Il Gruppo Vocalist e la Scuola di Canto Corale, che affianca l’Orchestra dell’Opera di Roma, sono diretti da Alberto de Sanctis, garantendo un’esecuzione corale di alto livello.
L’opera “L’ultimo viaggio di Sindbad” si preannuncia come un evento di grande interesse, capace di coinvolgere il pubblico con una storia che parla di migrazione, di speranza e di futuro.
Un’opera che riflette l’attualità
L’opera “L’ultimo viaggio di Sindbad” si presenta come una riflessione profonda e attuale sul tema della migrazione, un fenomeno che coinvolge sempre più persone in tutto il mondo. La scelta di rielaborare la figura di Sindbad, un marinaio leggendario, in chiave moderna, conferisce all’opera un’universalità che la rende capace di parlare a tutti, indipendentemente dalla provenienza e dalle esperienze personali.
L’opera si propone come un invito alla riflessione, un invito a guardare al mondo con occhi nuovi, a comprendere le ragioni di chi si mette in viaggio per cercare una vita migliore, e a confrontarsi con la complessità di un fenomeno che ci coinvolge tutti.