Assoluzione per Piero De Luca nel caso IFIL
Il Tribunale di Salerno ha depositato le motivazioni della sentenza che assolve l’onorevole Piero De Luca da ogni accusa nel caso del fallimento IFIL. La sentenza, pronunciata il 14 febbraio, riguarda l’imputazione di concorso nella bancarotta fraudolenta distrattiva, mossa dalla Procura della Repubblica. L’accusa si basava sul presupposto che alcuni viaggi di lavoro compiuti da De Luca fossero stati pagati con fondi distratti dalle casse della società IFIL. Il Tribunale ha ritenuto non solo che De Luca non fosse un socio occulto di IFIL, ma anche che non fosse a conoscenza del fatto che i pagamenti anticipati da Mario Del Mese provenissero dal patrimonio della fallita. L’avvocato e professore Andrea R. Castaldo, difensore di fiducia di De Luca, ha sottolineato come la sentenza chiuda un’inchiesta durata oltre dieci anni, che aveva sollevato polemiche e speculazioni politiche.
Un’inchiesta lunga e costosa
L’avvocato Castaldo ha espresso amarezza per l’enorme dispendio di mezzi e costi impiegati nell’inchiesta, che includeva numerose rogatorie e intercettazioni. Secondo il legale, tali spese avrebbero potuto essere evitate con una visione più imparziale e distaccata del caso.
Considerazioni personali
La sentenza del Tribunale di Salerno segna la fine di un’inchiesta lunga e complessa, che ha coinvolto un personaggio politico di spicco. L’assoluzione di De Luca solleva interrogativi sulla gestione del caso e sulla necessità di un’attenta valutazione delle accuse, soprattutto in casi che coinvolgono figure pubbliche. È importante ricordare che la giustizia italiana si basa sul principio di presunzione di innocenza, e che la sentenza di assoluzione rappresenta una vittoria per il diritto di difesa e per il principio di legalità.