DORAL, Florida – In una nuova escalation della campagna antidroga condotta dall’amministrazione statunitense, il Comando Meridionale degli Stati Uniti (U.S. Southern Command) ha annunciato di aver effettuato “attacchi cinetici letali” contro tre imbarcazioni in acque internazionali nell’Oceano Pacifico orientale. L’operazione, avvenuta il 15 dicembre, ha portato all’uccisione di otto persone, definite dalle autorità americane come “narcoterroristi di sesso maschile”.
Secondo il comunicato ufficiale diffuso su X (precedentemente noto come Twitter), l’azione è stata condotta dalla Joint Task Force Southern Spear sotto la direzione del Segretario alla Difesa, Pete Hegseth. L’intelligence statunitense avrebbe confermato che le imbarcazioni “stavano transitando lungo note rotte del narcotraffico nel Pacifico orientale ed erano coinvolte in attività di narcotraffico”. Il bilancio delle vittime è stato così ripartito: tre persone uccise sulla prima imbarcazione, due sulla seconda e tre sulla terza. A corredo dell’annuncio, il Southern Command ha anche pubblicato un video di 47 secondi che mostrerebbe i tre distinti attacchi.
L’Operazione “Southern Spear” e la strategia USA
Questa operazione si inserisce nel contesto più ampio della cosiddetta “Operation Southern Spear”, una campagna militare e di sorveglianza su larga scala inaugurata formalmente il 13 novembre 2025 dallo stesso Segretario Hegseth, su ordine del Presidente Donald Trump. L’obiettivo dichiarato è quello di utilizzare una flotta ibrida di imbarcazioni, inclusi sistemi robotici e autonomi, per individuare e combattere le reti del narcotraffico nell’emisfero occidentale. Questa strategia ha portato a un significativo aumento della presenza militare statunitense nei Caraibi e vicino all’America Latina, descritta come la più imponente dai tempi della crisi dei missili di Cuba nel 1962.
Dall’inizio di questa campagna, a settembre, si contano almeno 95 persone uccise in circa 25 attacchi contro imbarcazioni. L’amministrazione Trump definisce queste azioni come parte di un “conflitto armato non internazionale” contro i cartelli della droga, che ha designato come organizzazioni terroristiche. Questa classificazione è fondamentale, poiché fornisce la base giuridica, secondo la Casa Bianca, per l’uso della forza letale.
Un’iniziativa controversa e le critiche crescenti
La campagna militare ha suscitato un acceso dibattito e crescenti critiche sia a livello nazionale che internazionale. Diversi legislatori, sia Democratici che Repubblicani, sostengono che l’amministrazione non abbia l’autorità legale per condurre questi attacchi e non abbia fornito prove sufficienti che le imbarcazioni colpite trasportassero effettivamente droga. Le organizzazioni per i diritti umani hanno espresso forte preoccupazione, definendo gli attacchi “esecuzioni extragiudiziali” vietate dal diritto internazionale.
Particolare scalpore ha destato un attacco avvenuto il 2 settembre, in cui due sopravvissuti all’impatto iniziale sarebbero stati uccisi in un secondo attacco di “follow-up”. Questo episodio, definito da alcuni critici come un potenziale crimine di guerra, ha portato alla convocazione di Hegseth per un briefing a porte chiuse con i membri del Congresso per fornire chiarimenti.
Un’altra critica mossa riguarda l’identità delle vittime. Sebbene l’amministrazione le etichetti come “narcoterroristi”, reportage dal Sud America suggeriscono che molti degli operatori di queste imbarcazioni siano in realtà pescatori, manovali o piccoli criminali a basso reddito, con poche alternative economiche. Il Pentagono, finora, non ha rivelato l’identità di nessuna delle persone uccise in questi raid.
Il contesto geopolitico
L’intensificazione delle operazioni militari si colloca in un quadro di crescenti tensioni geopolitiche nella regione. L’amministrazione statunitense ha aumentato la pressione sul governo del presidente venezuelano Nicolás Maduro, accusandolo di collaborare con i cartelli della droga. Sia il Venezuela che la Colombia hanno criticato duramente gli attacchi alle imbarcazioni, con Caracas che accusa Washington di perseguire un cambio di regime.
La Joint Task Force Southern Spear, il cui quartier generale si trova presso la Naval Station Mayport in Florida, coordina le sue operazioni con la Quarta Flotta degli Stati Uniti ed è stata creata per “sincronizzare e potenziare gli sforzi contro il narcotraffico in tutto l’emisfero occidentale”. Questa task force rappresenta il braccio operativo di una strategia che, secondo le parole di Hegseth, mira a “difendere la nostra patria, rimuovere i narcoterroristi dal nostro emisfero e proteggere la nostra nazione dalle droghe che stanno uccidendo la nostra gente”.
