La protesta dei lavoratori dell’ex Ilva scuote Taranto
Taranto si è svegliata sotto un cielo plumbeo, ma la determinazione dei lavoratori dell’ex Ilva non si è lasciata intimidire dalla pioggia. In una dimostrazione di forza e unità, circa duemila persone, secondo le stime sindacali, hanno sfilato per le strade della città, partendo dai cancelli dello stabilimento e percorrendo i sei chilometri che li separano dal cuore pulsante di Taranto. Lo striscione in testa al corteo parlava chiaro: “Futuro”. Una parola che racchiude le speranze, le paure e le rivendicazioni di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.
Sciopero e mobilitazione: un grido d’allarme per il futuro dell’acciaieria
Lo sciopero di 24 ore, indetto da Fim, Fiom e Uilm, ha visto l’adesione di tutti i siti del gruppo, un segnale forte e inequivocabile della gravità della situazione. Al centro della protesta, la richiesta di un intervento urgente del governo per tutelare gli oltre 10mila lavoratori diretti, i 1.500 dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria e le 6mila unità dell’indotto. Le sigle metalmeccaniche hanno sottolineato l’urgenza di un progetto industriale che garantisca la decarbonizzazione della produzione, l’ambientalizzazione del sito e il ripristino di condizioni di lavoro sicure e dignitose.
Lo spettro degli esuberi e le trattative con Bedrock Industries
Mentre la marcia si snodava per le vie di Taranto, si riaffacciava prepotente lo spettro degli esuberi. Si parla di circa 7mila posti di lavoro a rischio, una prospettiva che ha spinto i sindacati a intensificare le trattative con il fondo americano Bedrock Industries, nella speranza di ottenere una proposta più приемлемая. La posta in gioco è alta: il futuro di migliaia di famiglie e la tenuta economica e sociale di un’intera città.
Incontro tra sindacati e Comune: un fronte comune per Taranto
La marcia dei lavoratori ha raggiunto Palazzo di Città, dove una delegazione di Fim, Fiom e Uilm è stata ricevuta dal sindaco Piero Bitetti. I sindacati hanno consegnato un documento che riassume le ragioni della protesta e le richieste dei lavoratori. Comune e sindacati hanno sottoscritto un documento congiunto che sollecita un cambio di passo nella gestione della vertenza e un intervento pubblico capace di garantire la tenuta sanitaria, occupazionale e impiantistica del sito.
Le richieste dei sindacati: accordo di programma e gestione pubblica
Tra le richieste avanzate da sindacati e Comune, la definizione di un Accordo di Programma con Governo, Regione Puglia, enti locali e parti sociali, per garantire la piena tutela occupazionale, misure straordinarie per i lavoratori di AdI in As, Ilva in As e dell’appalto, percorsi di formazione, screening sanitari periodici e una clausola sociale per l’indotto. È prevista, inoltre, la costituzione di un gruppo di lavoro congiunto dopo il vertice del 28 ottobre a Palazzo Chigi. I leader sindacali hanno invocato un intervento governativo con una gestione pubblica in grado di salvare produzione e occupazione, sottolineando il rischio di un definitivo spegnimento dell’impianto e la necessità di una prospettiva che rassicuri le famiglie, costrette a sopravvivere con l’assistenzialismo.
Un futuro incerto per Taranto e i suoi lavoratori
La marcia dei lavoratori dell’ex Ilva a Taranto è un grido d’allarme che non può essere ignorato. La situazione è critica e richiede un intervento immediato e concreto da parte del governo. Non si tratta solo di salvare posti di lavoro, ma di garantire un futuro a un’intera comunità, che da troppo tempo vive nell’incertezza e nella paura. È necessario un progetto industriale che coniughi la tutela dell’ambiente con la salvaguardia dell’occupazione, un progetto che dia a Taranto una prospettiva di sviluppo sostenibile e duraturo.
