Progressi e prudenza: l’Ocse valuta l’economia italiana

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) ha riconosciuto i miglioramenti nella situazione finanziaria dell’Italia, ma ha esortato il governo a non allentare gli sforzi per ridurre il debito pubblico. Il capoeconomista dell’Ocse, Alvaro Santos Pereira, ha sottolineato che, sebbene i conti pubblici italiani siano in una posizione migliore rispetto a qualche anno fa, il livello del debito rimane elevato. Pertanto, è fondamentale proseguire con le politiche di risanamento non solo nell’anno in corso, ma anche nei prossimi anni.

Stabilità economica italiana: un quadro contrastante

L’Ocse prevede una crescita stabile per l’economia italiana, con un tasso dello 0,7% nel 2024 e dello 0,6% nel 2025 e 2026. Tuttavia, questa crescita è circa la metà della media dell’Eurozona per entrambi gli anni (1,2% e 1%). Nelle Prospettive economiche intermedie d’autunno, l’Ocse ha alzato le stime di crescita dell’economia globale per il 2025, riportandole sopra al 3%. Il PIL globale è previsto in aumento del 3,2% nel 2024, con una correzione dello 0,3% rispetto alle precedenti stime di giugno. Per il 2026, si prevede un ulteriore indebolimento, con l’attività economica globale ferma al 2,9%.

Rischi globali e tensioni commerciali

Il segretario generale dell’Ocse, Mathias Corman, ha avvertito che l’economia mondiale è rimasta resiliente, ma gli effetti dell’aumento dei dazi e dell’incertezza politica non si sono ancora fatti sentire pienamente. Corman ha sottolineato che la crescita globale dovrebbe rallentare e che persistono rischi notevoli a causa dei timori riguardanti la tenuta dei bilanci e la stabilità finanziaria. L’Ocse ha inoltre evidenziato l’aumento del tasso medio dei dazi statunitensi, che a fine agosto ha raggiunto il livello più elevato dal 1933.

Le preoccupazioni della Fed e le prospettive dell’Eurozona

Il presidente della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell, ha messo in guardia contro un taglio troppo rapido dei tassi di interesse, avvertendo che ciò potrebbe spingere l’inflazione al rialzo. Powell ha sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra il sostegno all’economia e il controllo dell’inflazione. Per quanto riguarda l’Eurozona, l’Ocse prevede una crescita in leggero aumento, all’1,2% nel 2025, ma in calo all’1% nel 2026. L’agenzia di rating S&P ha espresso un cauto ottimismo, affermando che le condizioni sono favorevoli a un’accelerazione della crescita dell’Eurozona fino all’1,4% nel 2027.

Avvertimenti alla Francia e rischi di inflazione

L’Ocse ha lanciato un avvertimento alla Francia, invitandola a dar prova di prudenza sui conti pubblici e a trarre le lezioni dai Paesi che sono tornati alla disciplina di bilancio. L’Ocse ha inoltre segnalato il rischio del possibile ritorno dell’inflazione, che si sta già manifestando sui prodotti alimentari in diversi Paesi, tra cui Giappone, Regno Unito, Sudafrica, Corea del Sud, Indonesia e Italia.

Un monito per il futuro economico italiano

L’avvertimento dell’Ocse rappresenta un monito importante per l’Italia. Sebbene i progressi compiuti sui conti pubblici siano incoraggianti, è fondamentale non abbassare la guardia e continuare a lavorare per ridurre il debito e rafforzare la stabilità economica del Paese. Le sfide globali, come le tensioni commerciali e il rischio di inflazione, richiedono una gestione prudente e lungimirante delle finanze pubbliche.

Di atlante

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