Incontro al Centro Servizi Globale delle Nazioni Unite
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, in visita al Centro Servizi Globale delle Nazioni Unite di Brindisi (Ungsc) in occasione del vertice G7 in Puglia, ha incontrato una delegazione dell’Università del Salento. L’incontro, avvenuto nei giorni scorsi, ha visto la partecipazione del rettore Fabio Pollice, dei professori Daniele De Luca e Claudia Sunna e di una delegazione di studenti e studentesse del corso di Laurea Magistrale in Scienze per la Cooperazione Internazionale di Unisalento.
Gli studenti, che avevano preso parte ad un viaggio in Kosovo il mese scorso, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con il segretario generale Guterres, alla presenza anche del ministro per gli Affari Esteri e per la Cooperazione Internazionale Antonio Tajani.
L’impegno dell’Università del Salento per la pace
Secondo una nota diffusa dall’Università del Salento, il rettore Pollice ed i professori hanno sottolineato “la particolare attenzione dell’Università del Salento nel coltivare attività che promuovano il dialogo interculturale ed i processi di pace e di tolleranza tra le diverse comunità”.
L’elogio di Guterres e l’importanza della collaborazione
Il segretario generale Guterres ha espresso il suo apprezzamento per l’impegno e la determinazione degli studenti nel promuovere la pace e la comprensione reciproca. Ha sottolineato l’importanza di continuare a lavorare insieme per un mondo più giusto e solidale.
L’incontro ha permesso agli studenti di “comprendere il ruolo cruciale dell’organizzazione nel mantenere la stabilità e promuovere la ripresa post-conflitto”, come riportato da Unisalento.
L’importanza del dialogo interculturale
L’incontro tra il segretario generale delle Nazioni Unite e gli studenti dell’Università del Salento evidenzia l’importanza del dialogo interculturale e della promozione della pace come strumenti fondamentali per costruire un mondo più equo e solidale. L’impegno degli studenti in attività di cooperazione internazionale e la loro esperienza in Kosovo dimostrano la crescente consapevolezza delle nuove generazioni rispetto alle sfide globali e al ruolo che possono svolgere per contribuire a soluzioni pacifiche.