
Napoli, tappa della maratona per l’emergenza carceri
Nel cuore di Napoli, tra il Palazzo di Giustizia e l’imponente carcere di Poggioreale, si è svolta una tappa significativa della maratona volta a sensibilizzare sull’emergenza carceraria. L’iniziativa, intitolata ‘Carcere: liberare la speranza!’, ha acceso i riflettori su una problematica urgente e complessa che affligge il sistema penitenziario italiano.
Sovraffollamento in Campania: dati allarmanti
La situazione in Campania è particolarmente critica. Secondo dati aggiornati al 21 febbraio, le carceri regionali ospitano 7.524 detenuti, a fronte di una capacità di soli 5.584 posti. Questo si traduce in un indice di sovraffollamento del 134%, una cifra che evidenzia la gravità della situazione e le condizioni precarie in cui versano i detenuti.
L’appello del Garante Ciambriello: misure deflattive urgenti
Samuele Ciambriello, garante campano e portavoce della Conferenza dei garanti territoriali, ha lanciato un appello accorato per l’adozione di misure deflattive immediate. “Abbiamo bisogno di una misura deflattiva subito per coloro che devono scontare un anno di carcere e che non hanno reati ostativi. In Italia sono 8mila, in Campania 907”, ha dichiarato Ciambriello, sottolineando la necessità di alleggerire la pressione sulle carceri attraverso alternative alla detenzione per reati minori.
Un saluto dai detenuti: ‘Misure alternative al carcere’
La partecipazione all’iniziativa è stata intensa e sentita. I detenuti del carcere di Poggioreale hanno manifestato il loro sostegno sventolando un lenzuolo con la scritta “Misure alternative al carcere”, un messaggio chiaro e diretto che ha commosso e rafforzato l’impegno dei presenti.
Volontari e figure di accoglienza: un supporto fondamentale
Ciambriello ha inoltre evidenziato l’importanza della presenza di figure di accoglienza all’interno delle carceri: “Abbiamo bisogno di figure di accoglienza: psicologi, psichiatri, assistenti sociali. In tutta Italia ogni 16 detenuti c’è un volontario. La presenza di questa figura di ascolto è fondamentale”. Il supporto psicologico e sociale è cruciale per favorire il recupero e il reinserimento dei detenuti nella società.
Numero chiuso e misure alternative: la proposta per un sistema più umano
La proposta avanzata durante l’iniziativa è chiara: un numero chiuso per ogni carcere, che impedisca il sovraffollamento, e un maggiore ricorso a braccialetti elettronici e arresti domiciliari. “Il carcere deve essere una extrema ratio”, ha ribadito Ciambriello, lanciando un appello alla magistratura di sorveglianza per un utilizzo più ampio delle misure alternative alla detenzione.
Un’ampia partecipazione: associazioni, volontari, politica e società civile
L’iniziativa ha visto la partecipazione di un vasto numero di soggetti: associazioni, volontari, avvocati, cittadini, esponenti politici, il responsabile della pastorale della Diocesi di Napoli, don Franco Esposito, e il garante per i diritti dei detenuti del Comune di Napoli, don Tonino Palmese. Un fronte unito per chiedere un cambiamento radicale nel sistema penitenziario.
Riflessioni sull’emergenza carceri
L’iniziativa di Napoli evidenzia una problematica complessa e urgente. Il sovraffollamento carcerario non è solo una questione di numeri, ma una questione di dignità umana e di rispetto dei diritti fondamentali. È necessario un approccio olistico che coinvolga istituzioni, società civile e magistratura, per trovare soluzioni innovative e sostenibili che favoriscano il recupero dei detenuti e la sicurezza della comunità. La strada è ancora lunga, ma iniziative come questa sono fondamentali per mantenere alta l’attenzione e promuovere un cambiamento positivo.