Un’operazione di soccorso impeccabile
Un gruppo di oltre 150 tecnici del soccorso alpino e dei vigili del fuoco ha lavorato ininterrottamente per 80 ore, portando a termine con successo il loro compito e lasciando la scena in punta di piedi. L’operazione di soccorso della speleologa bresciana Ottavia Piana, ferita e bloccata in una grotta, è stata un esempio di efficienza, sobrietà e solidarietà.
Per quattro giorni, la “squadra” come l’hanno definita i soccorritori, ha lavorato ininterrottamente, in turni di 14-15 ore, per portare la barella lungo i quattro chilometri che separavano il punto dove la speleologa era caduta dall’uscita della grotta.
L’intervento ha visto la collaborazione di diverse forze e istituzioni: il Comune e gli abitanti di Fonteno hanno aperto le loro strutture e case, la prefettura di Bergamo ha permesso l’arrivo in tempi rapidi dell’esplosivo necessario per allargare il percorso in grotta, la polizia stradale ha fatto da staffetta, i carabinieri sono intervenuti in supporto, la struttura sanitaria della Regione Lombardia ha assistito fisicamente e psicologicamente la ferita, chiudendo il cerchio con un volo notturno in elicottero per portare Ottavia Piana all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo.
La sinergia come chiave del successo
“Una delle caratteristiche di questo intervento è stata la sinergia”, ha spiegato Mauro Guiducci, vicepresidente del Corpo nazionale del soccorso alpino e spelologico (Cnsas). “Noi del Cnsas siamo in 7.000, in tutte le regioni – ha sottolineato Guiducci -. Il lavoro di questi giorni è frutto di tante esercitazioni, di tante giornate di formazione fatte in un’uniformità in tutte le regioni, in modo che i nostri tecnici lavorino sempre con le stesse metodologie e le stesse attrezzature.”
L’intervento ha visto la partecipazione di esperti provenienti da 13 regioni italiane diverse, abituati a lavorare all’unisono.
Un’operazione di soccorso che non conosce giudizi
I soccorritori hanno risposto con fermezza alle polemiche sui costi del soccorso e sul fatto che la speleologa fosse già stata protagonista in passato di un intervento simile.
“Noi non giudichiamo le persone che aiutiamo: sappiamo solo che c’è una persona in difficoltà e interveniamo. Possiamo magari giudicare alcuni atteggiamenti sprovveduti, ma non era questo il caso. Si trattava di una speleologa esperta, con tanta esperienza alle spalle, ed era correttamente attrezzata”, ha tagliato corto Federico Catania, uno dei soccorritori.
“A volte ci sono interventi che passano totalmente inosservati per una singola persona che si è persa in montagna – ha sottolineato Guiducci -: un fungaiolo, un cacciatore… Interventi che richiedono ore e ore di elicottero per individuarli. Vi garantisco che hanno costi enormemente più elevati di questo.”
La legge della montagna: non si lascia indietro nessuno
L’assessore alla Protezione civile del Comune di Fonteno, Alessandro Bigoni, ha sintetizzato la solidarietà che ha animato l’intervento: “si parla spesso della legge del mare, ma credo ci sia un’altrettanto importante legge della montagna: non si lascia indietro nessuno.”
Un esempio di solidarietà e professionalità
L’operazione di soccorso di Ottavia Piana è un esempio di come la collaborazione e la professionalità possano portare a risultati straordinari. I soccorritori, provenienti da diverse regioni italiane, hanno lavorato in modo coordinato e silenzioso, dimostrando un forte senso di responsabilità e solidarietà. Questo intervento ci ricorda che la solidarietà non conosce confini e che la legge della montagna, come quella del mare, non lascia indietro nessuno.