Operazione antimafia a Palermo: 18 arresti per associazione mafiosa
I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nei confronti di 18 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, porto abusivo d’armi, turbata libertà degli incanti, estorsione, rapina e favoreggiamento personale. Sette sono state portate in carcere, 10 sono finite ai domiciliari e per una è scattato l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Sono in corso anche perquisizioni.Le indagini, coordinata dalla Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, diretto dal colonnello Carlo Pappalardo e hanno permesso di far luce sugli affari dalla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo (Trapani), fedelissima del boss Matteo Messina Denaro, nel settore dei supermercati, del catering e nella gestione dei pescherecci per la pesca del gamberone rosso.
Il ruolo di Domenico Centonze
L’indagine coordinata dalla Dda di Palermo ha ricostruito le dinamiche mafiose che hanno portato all’ascesa di Domenico Centonze, formalmente allevatore di ovini, che, agendo come braccio operativo del capo mandamento Dario Messina, attualmente detenuto, è divenuto, nel tempo, il punto di riferimento delle più svariate attività criminali.Centonze, secondo l’accusa, controllava la riscossione di crediti insoluti, dirimeva controversie, organizzava traffici di stupefacenti tra Palermo e i territori del mandamento. La mafia, inoltre, avrebbe gestito le aree di pascolo e le aste fallimentari. Le investigazioni hanno consentito di documentare anche diversi episodi di violenza legati al mancato rispetto di accordi presi per la spartizione di alcuni immobili.
Il coinvolgimento di un imprenditore
C’è anche un grosso imprenditore nel settore della distribuzione alimentare nell’indagine della Dda di Palermo sul clan mafioso di Mazara del Vallo. Nel corso delle investigazioni è stato possibile ricostruire le dinamiche criminali che hanno favorito lo sviluppo, nel Trapanese, di una capillare rete di supermercati riconducibile all’imprenditore Luigi Prenci, 54 anni che è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.Forte di un rapporto diretto con il vertice storico del mandamento mafioso di Mazara del Vallo sin dalla metà degli anni 2000, Prenci avrebbe potuto espandere la propria sfera di affari in diversi settori acquisendo la proprietà e la gestione di numerose società. In cambio del sostegno garantitogli dall’associazione mafiosa, l’imprenditore avrebbe assicurato a Cosa nostra l’assunzione di affiliati e di loro parenti, aiuti finanziari per l’avvio di nuove attività economiche e l’acquisto di beni messi all’asta e riconducibili a prestanomi in modo da farli tornare nella disponibilità dei boss.
L’importanza di contrastare l’infiltrazione mafiosa nell’economia
Questa operazione dimostra ancora una volta come la mafia cerchi di infiltrarsi in diversi settori dell’economia legale, cercando di ottenere un controllo capillare e di lucrare su attività lecite. È fondamentale che le forze dell’ordine e la magistratura continuino a lavorare in sinergia per contrastare questo fenomeno e per garantire che il sistema economico sia libero da qualsiasi forma di infiltrazione criminale. La lotta alla mafia è una battaglia che richiede un impegno costante e una collaborazione tra istituzioni e cittadini.