Un Don Giovanni contemporaneo e malinconico
Il 31 ottobre, al Teatro delle Muse di Ancona, Arturo Cirillo ha presentato la sua nuova produzione di “Don Giovanni”, un’opera che rivisita il mito del seduttore in chiave contemporanea. Cirillo non solo interpreta il ruolo del protagonista, ma ne è anche il regista, in uno spettacolo che nasce da una collaborazione tra Marche Teatro, Teatro di Napoli, Teatro Nazionale di Genova ed Emilia Romagna Teatro.
Il Don Giovanni di Cirillo è un antieroe, un uomo che seduce spinto da una coazione a ripetere le sue conquiste, quasi come se fosse costretto a restare fedele a un personaggio in cui forse non crede neppure lui. È un uomo che recita per riempire il suo vuoto interiore, un uomo che si spegne lentamente, accasciandosi sul tavolo della cena che ha voluto condividere con amici e nemici, senza la statura del grande peccatore che viene avvolto dalle fiamme dell’inferno.
Un viaggio nel teatro e nell’autobiografia
Lo spettacolo è un viaggio nel teatro che, a partire dal mito di Don Giovanni, intreccia diversi linguaggi e autori, in un personalissimo excursus autobiografico di Cirillo. Si incontrano la figura del padre (Don Luigi presente in Molière), forse anche quella di Totò, nell’esilarante colloquio con il creditore signor Quaresima, e la filosofia di Pirandello.
L’ambientazione è quella di una villa palladiana, ispirata al film “Don Giovanni” di Joseph Losey (1979). Da qui scendono e salgono i personaggi, in una scena essenziale ma efficace, arricchita dai sontuosi costumi settecenteschi di Gianluca Falaschi. Un’atmosfera cupa, lunare, dove anche gli abiti degli interpreti sono quasi tutti neri, in cui tra dramma e ironia Don Giovanni spiega con lucida pervicacia le sue ragioni, consapevole che lo condurranno alla morte.
Un cast di talento e un’atmosfera coinvolgente
Il cast è composto da attori di talento, a partire dal protagonista, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta, Irene Ciani, Francesco Petruzzelli e Rosario Giglio. Gli adattamenti musicali sono di Mario Autore. Lo spettacolo ha inaugurato la stagione di Marche Teatro, offrendo al nuovo direttore Giuseppe Dipasquale l’occasione per presentarsi al pubblico e sottolineare l’importanza del teatro come momento di condivisione e d’incontro di tutta la comunità.
Un Don Giovanni che si interroga sul suo ruolo
Il Don Giovanni di Cirillo non è un seduttore spietato, ma un uomo tormentato, che si interroga sul suo ruolo e sulla sua identità. È un uomo che cerca di dare un senso alla sua vita, ma che alla fine si arrende alla sua solitudine. La sua morte non è una punizione, ma una liberazione, un’uscita di scena che lo libera dal peso del suo personaggio.
Lo spettacolo è un’opera di grande intensità emotiva, che invita il pubblico a riflettere sul mito di Don Giovanni e sul suo significato contemporaneo. È un’opera che ci parla di amore, di morte, di solitudine e di ricerca di senso.
Un Don Giovanni per i tempi moderni
La rivisitazione di Cirillo del mito di Don Giovanni offre una prospettiva contemporanea e introspettiva sul personaggio, mettendo in luce la sua fragilità e la sua ricerca di senso in un mondo che non riesce a comprendere. L’utilizzo di elementi autobiografici e di citazioni di altri autori crea un’opera ricca di sfumature e complessità, che invita il pubblico a riflettere non solo sul mito, ma anche sul teatro come forma di espressione e di indagine sulla condizione umana.