Roma – Il mondo dell’intelligenza artificiale conversazionale è teatro di un nuovo, cruciale scontro. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inferto un duro colpo a Meta, gigante tecnologico guidato da Mark Zuckerberg, adottando una misura cautelare che impone l’immediata sospensione di alcune clausole dei nuovi WhatsApp Business Solution Terms. La decisione, giunta al culmine di un’istruttoria avviata lo scorso luglio 2025, mira a prevenire quello che l’Antitrust ha definito un potenziale “danno grave e irreparabile” alla concorrenza nel mercato emergente dei servizi di Chatbot AI.

La Genesi del Contendere: Meta AI e l’Abuso di Posizione Dominante

Tutto ha inizio con l’integrazione, avvenuta a partire da marzo 2025, dell’assistente virtuale Meta AI all’interno di WhatsApp. Secondo l’AGCM, questa mossa ha conferito al servizio di Meta una “posizione preminente” rispetto ai concorrenti, sfruttando l’enorme bacino d’utenza dell’applicazione di messaggistica, che in Italia conta circa 37 milioni di utenti. L’istruttoria, partita a luglio 2025 su impulso anche di un esposto del Codacons, ipotizza un presunto abuso di posizione dominante in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

Il procedimento ha subito un’accelerazione e un ampliamento lo scorso 25 novembre. Nel mirino dell’Autorità sono finite le nuove condizioni contrattuali per i servizi Business di WhatsApp, introdotte il 15 ottobre e destinate a diventare pienamente efficaci entro il 15 gennaio 2026. Queste clausole, secondo la ricostruzione dell’Antitrust, avrebbero di fatto escluso completamente dalla piattaforma le imprese concorrenti di Meta AI, impedendo loro di offrire i propri servizi di chatbot basati su intelligenza artificiale agli utenti di WhatsApp.

La Misura Cautelare dell’Antitrust: Un “Congelamento” per Salvare il Mercato

Ravvisando il rischio concreto di una distorsione delle dinamiche concorrenziali, l’AGCM ha deciso di intervenire con una misura cautelare, uno strumento che “congela” la situazione in attesa della conclusione dell’istruttoria. L’Autorità ha ritenuto che la condotta di Meta “sembra avere natura abusiva, perché suscettibile di limitare la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico nel mercato dei servizi di Chatbot AI, a danno dei consumatori”. In sostanza, si teme che, senza la possibilità di competere all’interno dell’ecosistema di messaggistica più diffuso, l’innovazione nel settore possa essere soffocata a vantaggio di un unico operatore dominante.

L’intervento dell’AGCM, coordinato con la Commissione Europea, ha quindi disposto la sospensione immediata delle clausole contestate per “preservare l’accesso alla piattaforma WhatsApp ai Chatbot AI concorrenti di Meta AI”. Se Meta si adeguerà, gli utenti potrebbero vedere presto apparire sull’app di messaggistica nuovi assistenti virtuali rivali di quello integrato da Zuckerberg.

La Difesa di Meta: “Decisione Infondata, Faremo Ricorso”

La replica del colosso di Menlo Park non si è fatta attendere. Un portavoce di Meta ha definito la decisione dell’Autorità “infondata”, annunciando l’intenzione di presentare ricorso. Secondo l’azienda, la visione dell’AGCM parte da un presupposto errato: considerare WhatsApp come una sorta di “app store di fatto”.

“I canali di accesso al mercato per le aziende di IA sono gli app store, i loro siti web e le partnership di settore, non la piattaforma WhatsApp Business”, ha dichiarato il portavoce. Meta sostiene inoltre che l’emergere di un gran numero di chatbot di intelligenza artificiale sulle proprie API Business ha messo sotto pressione i sistemi, che non erano stati originariamente progettati per supportare tale utilizzo.

Il Ruolo del Codacons e le Preoccupazioni dei Consumatori

A gettare ulteriore benzina sul fuoco è il Codacons, che rivendica il merito di aver dato il via all’indagine con un esposto presentato a marzo 2025. L’associazione dei consumatori ha espresso grande soddisfazione per la misura cautelare, sottolineando come la condotta di Meta rischi di avere “ricadute negative dirette per gli stessi consumatori”. La preoccupazione è che, eliminando la concorrenza, venga a mancare per gli utenti “ogni possibilità di avvalersi di servizi di intelligenza artificiale alternativi a Meta AI” all’interno della piattaforma di messaggistica.

Il Codacons ha inoltre ricordato che su Meta pende un’altra azione legale, discussa il 14 novembre davanti al Tribunale di Roma, per impedire l’accesso dei minori a Instagram, un’ulteriore testimonianza della crescente attenzione regolatoria sulle pratiche del gigante digitale.

Uno Sguardo al Futuro: Quali Scenari per l’IA Conversazionale?

La decisione dell’Antitrust italiana si inserisce in un contesto europeo di crescente scrutinio sulle pratiche delle grandi aziende tecnologiche. La battaglia legale che si preannuncia tra Meta e l’AGCM sarà un banco di prova fondamentale per definire le regole del gioco in un mercato, quello dell’intelligenza artificiale, in rapidissima espansione. La questione centrale è se le piattaforme dominanti come WhatsApp possano legittimamente trasformarsi in ecosistemi chiusi, favorendo i propri servizi a discapito della concorrenza, o se debbano garantire un accesso equo per tutti gli operatori, promuovendo così l’innovazione e la libertà di scelta per i consumatori. Il verdetto finale di questa vicenda potrebbe ridisegnare il futuro dell’interazione digitale per milioni di utenti.

Di davinci

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