GRAVERE (TORINO) – Una tragedia della solitudine e del freddo si è consumata nella gelida notte tra giovedì 18 e venerdì 19 dicembre a Gravere, comune montano della Val di Susa situato a quasi 900 metri di altitudine. Un uomo, presumibilmente senza fissa dimora, è stato trovato in gravissime condizioni di ipotermia nei pressi dell’isola ecologica in regione Morelli. Nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi, per lui non c’è stato nulla da fare: è deceduto poco dopo l’arrivo all’ospedale di Susa.
Il ritrovamento e i soccorsi
L’allarme è scattato venerdì mattina, poco prima delle 9. A notare l’uomo, riverso a terra e in evidente stato di sofferenza, sono stati alcuni passanti. Immediata la chiamata al numero di emergenza 112. Sul posto è giunta un’ambulanza del 118 di Azienda Zero, i cui sanitari hanno subito compreso la criticità della situazione. L’uomo, che indossava abiti non adatti alle rigide temperature notturne della valle e si riparava solo con una sottile coperta, era in uno stato di ipotermia avanzata. Dopo le prime cure sul posto, è stato trasportato d’urgenza al vicino ospedale di Susa. Purtroppo, ogni tentativo di salvarlo si è rivelato vano e i medici non hanno potuto far altro che constatarne il decesso, quasi certamente causato da un arresto cardiocircolatorio dovuto all’assideramento.
Le indagini per l’identificazione
La vittima è stata trovata priva di documenti, il che rende complesse le operazioni di identificazione. I Carabinieri della compagnia locale, intervenuti sul luogo del ritrovamento, hanno avviato le indagini per dare un nome all’uomo. Si sta procedendo con il rilevamento delle impronte digitali e con la verifica di eventuali denunce di scomparsa compatibili con il profilo della vittima. Al momento, l’ipotesi più accreditata è che si tratti di un senzatetto che ha cercato un riparo di fortuna nell’area dell’isola ecologica, un luogo isolato dove trascorrere la notte al riparo dal vento gelido, ma non dal freddo pungente che in questo periodo attanaglia la Val di Susa. Le prime ispezioni sul corpo hanno escluso segni di violenza o il coinvolgimento di terze persone, avvalorando la tesi di una tragica fatalità.
Un dramma che riaccende i riflettori sull’emergenza freddo
Questa morte riapre dolorosamente il dibattito sull’emergenza freddo e sulla necessità di potenziare i presidi di assistenza per le persone più vulnerabili, in particolare nelle aree montane dove le temperature notturne scendono abbondantemente sotto lo zero. La storia di quest’uomo, morto in solitudine, è un monito per le istituzioni e la società civile a non abbassare la guardia e a implementare reti di supporto efficaci per chi vive ai margini, privo di un tetto sicuro. Si tratta di un dramma che evidenzia l’estrema fragilità di chi, per scelta o per necessità, si trova a vivere in strada, esposto non solo alle intemperie ma anche all’indifferenza. La comunità di Gravere e l’intera Val di Susa sono scosse da questo evento, che getta un’ombra sulla coscienza collettiva, interrogandoci su cosa si possa e si debba fare per evitare che tragedie simili si ripetano.
