Un nuovo focolaio di influenza aviaria è stato confermato nella zona sud-occidentale del Canavese, in provincia di Torino, destando preoccupazione tra gli allevatori e le autorità sanitarie. La positività al virus è stata riscontrata in un volatile appartenente a un gruppo di avicoli ornamentali, composto prevalentemente da oche e anatre. La notizia, che ha messo in allerta l’intera regione, è stata ufficializzata dall’Azienda Sanitaria Locale To4, che ha immediatamente attivato le procedure di emergenza previste dai protocolli nazionali e internazionali.

La Scoperta del Focolaio e le Prime Misure

Il primo segnale di allarme è giunto a seguito delle analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, un centro di eccellenza per la diagnosi delle malattie animali. I test preliminari hanno evidenziato la presenza del virus, un riscontro poi confermato in via definitiva dal centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria. Questo ha dato il via a una rapida catena di interventi per circoscrivere il contagio e prevenire la sua diffusione ad altri allevamenti.

L’Asl To4 ha prontamente rassicurato la popolazione, sottolineando che “i volatili interessati si trovano in un luogo piuttosto isolato e la situazione è sotto controllo”. Nonostante ciò, la guardia resta alta. La rapidità di trasmissione del virus dell’aviaria impone, infatti, un’azione tempestiva e coordinata. Le autorità sanitarie si sono subito mosse per mappare l’area e identificare tutti gli allevamenti potenzialmente a rischio.

L’Istituzione della Zona di Sorveglianza

In conformità con la normativa vigente, l’Asl To4 ha istituito una zona di sorveglianza con un raggio di 10 chilometri attorno al focolaio. All’interno di quest’area, sono state notificate ordinanze specifiche a tutti gli allevamenti avicoli, sia commerciali che amatoriali. Queste misure prevedono una serie di obblighi e restrizioni, tra cui:

  • Il divieto di movimentazione di pollame, uova e altri prodotti avicoli al di fuori della zona di sorveglianza, se non previa autorizzazione sanitaria.
  • L’obbligo per gli allevatori di segnalare immediatamente qualsiasi sintomo sospetto o aumento anomalo della mortalità tra i volatili.
  • L’intensificazione dei controlli veterinari e dei campionamenti per monitorare la situazione epidemiologica.
  • L’adozione di rigorose misure di biosicurezza per ridurre al minimo il rischio di contatto tra volatili domestici e selvatici, questi ultimi considerati i principali vettori del virus.

I controlli, già avviati, proseguiranno per tutto il periodo necessario a escludere la presenza di ulteriori contagi. La collaborazione degli allevatori è fondamentale per il successo di queste operazioni e per un rapido ritorno alla normalità.

Cos’è l’Influenza Aviaria e Quali sono i Rischi

L’influenza aviaria è una malattia virale che colpisce principalmente gli uccelli, sia domestici che selvatici. Esistono diversi ceppi del virus, alcuni a bassa patogenicità, che causano sintomi lievi, e altri ad alta patogenicità (HPAI), che possono provocare epidemie con alti tassi di mortalità negli allevamenti. Il ceppo riscontrato nel Canavese è oggetto di ulteriori analisi per determinarne la specifica natura e pericolosità.

Sebbene il rischio di trasmissione all’uomo sia generalmente considerato basso e legato a contatti diretti e prolungati con animali infetti o con le loro secrezioni, la sorveglianza rimane un pilastro fondamentale per la salute pubblica. È importante sottolineare che il consumo di carne avicola e uova cotte non presenta alcun rischio per il consumatore, poiché il virus viene inattivato dalle alte temperature.

Il Contesto e i Precedenti

Episodi di influenza aviaria non sono una novità in Italia e in Europa. Negli ultimi anni, si sono verificati diversi focolai, spesso legati ai flussi migratori degli uccelli selvatici. Questi eventi hanno portato a un rafforzamento delle misure di prevenzione e a un sistema di monitoraggio costante, che oggi permette di individuare e gestire i focolai con maggiore efficacia. La situazione in Canavese si inserisce in un quadro di allerta che richiede la massima attenzione da parte di tutta la filiera avicola e delle istituzioni sanitarie per proteggere sia il patrimonio zootecnico sia la salute pubblica.

Di veritas

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