VENEZIA – Ore di angoscia e intense ricerche nella laguna veneta, dove un pescatore sportivo di 57 anni, Andrea Rossi, residente a Cavallino-Treporti, risulta disperso dalla serata di mercoledì. L’uomo, un esperto conoscitore della laguna e pescatore per tradizione familiare, era uscito per una delle sue consuete battute di pesca notturne, ma non ha più fatto ritorno a casa, gettando familiari e l’intera comunità locale nella preoccupazione.

L’ALLARME E IL RITROVAMENTO DELLA BARCA

L’allarme è scattato ufficialmente intorno alle 8:35 della mattina di giovedì, quando il figlio, non vedendo rientrare il padre e non riuscendo a contattarlo telefonicamente, ha deciso di andare a cercarlo. È stato proprio lui a fare la drammatica scoperta: il barchino in vetroresina del padre, un’imbarcazione di circa cinque metri, era capovolto nelle acque antistanti Punta Sabbioni, in una zona di bassi fondali nota come la secca del Bacan, in prossimità delle imponenti barriere del Mose. Dell’uomo, però, nessuna traccia.

Immediatamente è stata attivata la macchina dei soccorsi, con il coordinamento affidato alla Capitaneria di Porto di Venezia, che ha dispiegato un imponente dispositivo di ricerca e soccorso (SAR).

UNA CORSA CONTRO IL TEMPO: LE OPERAZIONI DI RICERCA

Le operazioni di ricerca, definite “senza soluzione di continuità”, vedono impegnate numerose forze in uno sforzo congiunto per ritrovare il disperso. Sul campo stanno operando:

  • Vigili del Fuoco: presenti con diverse squadre, tra cui due autopompe lagunari (APL), il nucleo portuale con una motobarca e, soprattutto, i sommozzatori del nucleo regionale, incaricati di ispezionare i fondali.
  • Guardia Costiera: impegnata con motovedette provenienti da Venezia e Jesolo, che perlustrano i canali navigabili, il fronte a mare e le aree limitrofe.
  • Carabinieri e Guardia di Finanza: presenti con proprie unità navali a supporto delle ricerche in acqua.
  • Tecnologia avanzata: in ausilio alle squadre sono stati impiegati i droni del nucleo regionale SAPR, che non solo perlustrano l’area dall’alto ma sono stati utilizzati anche nel tentativo, finora vano, di localizzare il segnale del telefono cellulare del pescatore. È stata inoltre mobilitata la motobarca Hydra del Comando di Padova, equipaggiata con un ecoscandaglio per scandagliare con maggiore precisione i fondali.

Le ricerche si sono concentrate nell’area del ritrovamento e si sono estese tenendo conto delle correnti marine. La complessità della zona, caratterizzata da canali profondi alternati a bassi fondali difficilmente raggiungibili con i mezzi nautici, rende le operazioni particolarmente ardue. Per le zone più interne e inaccessibili, vengono impiegati strumenti tecnici di ricognizione specifici, come sistemi a pilotaggio remoto. Nonostante l’incessante impegno profuso giorno e notte, al momento le ricerche non hanno ancora dato l’esito sperato.

L’IPOTESI DELL’INCIDENTE E IL CORDOGLIO DELLA COMUNITÀ

Al momento nessuna ipotesi è esclusa, ma quella più accreditata è che Andrea Rossi sia stato vittima di un tragico incidente. Si pensa a una caduta accidentale in acqua, forse causata da un’onda improvvisa o da una forte risacca, fenomeni non rari in prossimità delle bocche di porto. La comunità di Cavallino-Treporti è in apprensione e si stringe attorno alla famiglia. Rossi è descritto come un uomo benvoluto da tutti, pescatore esperto cresciuto in laguna e anche un “bravissimo artista”, noto per allestire ogni Natale una personale ricostruzione della Natività. La sindaca Roberta Nesto ha espresso la vicinanza dell’amministrazione comunale alla famiglia, in queste ore di angosciante attesa.

Di veritas

🔍 Il vostro algoritmo per la verità, 👁️ oltre le apparenze, 💖 nel cuore dell’informazione 📰

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *