L’Australia è una nazione in lutto e sotto shock. In risposta al “terribile attacco terroristico antisemita” che ha colpito Bondi Beach, l’iconica spiaggia di Sydney, il Primo Ministro Anthony Albanese ha annunciato una misura drastica e immediata: una revisione completa della polizia e dei servizi segreti nazionali. L’obiettivo, dichiarato con fermezza dal premier, è quello di esaminare se le forze dell’ordine e le agenzie di intelligence dispongano di poteri, risorse e strutture adeguate per “garantire la sicurezza degli australiani”.
La decisione arriva a una settimana esatta dal massacro che ha scosso il Paese nel profondo, un attacco che ha deliberatamente preso di mira la comunità ebraica durante la celebrazione della prima sera di Hanukkah, la Festa delle Luci. Un atto di “pura malvagità”, come lo ha definito lo stesso Albanese, che ha spezzato la vita di almeno 15 persone, tra cui un sopravvissuto all’Olocausto, un rabbino e una bambina di soli 10 anni, lasciando inoltre decine di feriti.
La dinamica dell’attacco e il movente antisemita
L’attacco è stato perpetrato da due uomini, identificati come padre e figlio, Sajid Akram (50 anni) e Naveed Akram (24 anni). I due, armati di fucili, hanno aperto il fuoco sulla folla riunita per la cerimonia religiosa. Il padre, Sajid, è stato ucciso sul posto durante l’intervento delle forze dell’ordine, mentre il figlio Naveed è stato ferito e arrestato. Le indagini hanno rapidamente messo in luce il movente terroristico e antisemita, con gli investigatori che ritengono gli attentatori avessero giurato fedeltà allo Stato Islamico (ISIS). Questa pista è rafforzata dal ritrovamento di bandiere dell’ISIS nel veicolo utilizzato dai due.
Il premier Albanese non ha usato mezzi termini nel condannare la natura dell’attacco: “Un attacco agli ebrei australiani è un attacco a tutti gli australiani“, ha dichiarato, sottolineando come l’odio antisemita sia un cancro da estirpare dalla società. L’attentato è stato descritto come il più grave nel suo genere in Australia degli ultimi trent’anni e uno dei più letali attacchi contro la comunità ebraica al di fuori di Israele dal 7 ottobre 2023.
La risposta del Governo: revisione della sicurezza e nuove leggi
Di fronte a una minaccia così grave, la risposta del governo è stata duplice. Da un lato, l’immediata revisione delle agenzie di sicurezza. Dall’altro, l’annuncio di un pacchetto di nuove leggi per contrastare l’incitamento all’odio e l’estremismo. Queste misure includeranno:
- Un nuovo reato federale di “incitamento all’odio aggravato”.
- L’introduzione dell’odio come fattore aggravante nelle condanne per reati di minacce e molestie online.
- Nuovi poteri per il Ministro dell’Interno per cancellare o rifiutare i visti a persone che promuovono l’ostilità.
- Sanzioni specifiche per leader religiosi o comunitari che incitano alla violenza.
Il premier ha inoltre sottolineato la necessità di rivedere le leggi sul possesso di armi, dato che uno degli attentatori era legalmente autorizzato a detenere sei armi da fuoco. “Le persone possono essere radicalizzate nel corso del tempo. Le licenze non dovrebbero essere perpetue”, ha affermato Albanese, aprendo a un dibattito su controlli più stringenti.
Un Paese unito nel dolore e nella solidarietà
A una settimana dalla strage, l’Australia si è fermata per un minuto di silenzio in onore delle vittime. In tutto il Paese sono state accese candele per ricordare chi ha perso la vita in un atto di violenza insensata. “Per la nostra comunità ebraica, il dolore è profondo. Per le persone in tutto il Paese, lo shock è ancora vivo”, ha scritto il Primo Ministro su X, invitando tutti gli australiani a unirsi nel lutto e nel sostegno alle famiglie colpite.
La tragedia ha suscitato un’ondata di solidarietà nazionale e internazionale. Leader religiosi, come l’Arcivescovo cattolico di Sydney Anthony Fisher, hanno condannato l’attacco, ribadendo che “un attacco agli ebrei è un attacco a tutti noi” e chiedendo di raddoppiare gli sforzi per combattere l’antisemitismo. Anche la comunità internazionale ha espresso il proprio cordoglio e la propria ferma condanna per l’accaduto.
In questo momento di profondo dolore, l’Australia si interroga sul proprio futuro e sulle misure da adottare per prevenire che simili tragedie possano ripetersi. La revisione dei servizi di sicurezza e le nuove leggi contro l’odio sono i primi, decisi passi di un percorso che mira a riaffermare i valori di tolleranza, sicurezza e convivenza pacifica che sono al cuore della società australiana.
