Torino – Una vasta operazione di polizia ha scosso la città di Torino dalle prime luci dell’alba di oggi. Il centro sociale Askatasuna, storico punto di riferimento del movimento antagonista e non solo, situato in corso Regina Margherita 47, è stato oggetto di perquisizioni, seguito da sequestro e sgombero. L’intervento, coordinato dalla Digos della Questura di Torino con il supporto dei reparti mobili, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, si inserisce in una complessa inchiesta della Procura torinese.
L’INCHIESTA SUGLI ASSALTI PRO-PALESTINA
Il blitz è direttamente collegato alle indagini sugli episodi di violenza avvenuti nei mesi scorsi durante alcune manifestazioni a sostegno della Palestina. Nel mirino degli inquirenti sono finiti gli assalti che hanno interessato la sede del quotidiano La Stampa, il polo culturale e tecnologico delle Ogr (Officine Grandi Riparazioni) e gli uffici della società Leonardo. I reati contestati a vario titolo nell’ambito dell’inchiesta sono pesanti: si va dal danneggiamento all’imbrattamento, dall’invasione di edifici alla resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Oltre allo stabile di corso Regina, le perquisizioni hanno interessato anche le abitazioni private di alcuni militanti riconducibili al centro sociale e a collettivi studenteschi.
LA REVOCA DEL PATTO DI COLLABORAZIONE
L’operazione ha avuto un’immediata e drastica conseguenza sul piano amministrativo. Durante il blitz, all’interno dell’edificio sono state trovate sei persone al terzo piano, un’area considerata inagibile e interdetta all’accesso. Questa circostanza, comunicata dalla Prefettura al Comune, ha rappresentato una violazione diretta delle condizioni stabilite nel “patto di collaborazione” siglato tra la Città di Torino e un comitato di garanti per la gestione di una parte dello stabile.
Il sindaco Stefano Lo Russo ha annunciato la cessazione immediata dell’accordo: “Tale situazione configura un mancato rispetto delle condizioni del patto di collaborazione che pertanto è cessato, come comunicato ai proponenti”. Il patto, rinnovato nel marzo 2025, prevedeva un percorso di trasformazione di Askatasuna in “bene comune”, consentendo l’uso del solo piano terra per attività culturali e sociali, con il divieto esplicito di utilizzare gli altri piani inagibili. La scoperta degli attivisti ha di fatto sancito la fine di questo controverso esperimento di gestione condivisa.
TENSIONE E DISAGI IN CITTÀ
L’imponente dispiegamento di forze dell’ordine ha causato notevoli disagi alla viabilità nel quartiere Vanchiglia. Corso Regina Margherita è stato chiuso al traffico nel tratto antistante il centro sociale, con deviazioni anche per i mezzi pubblici, per i quali GTT ha predisposto bus sostitutivi. La notizia del blitz si è diffusa rapidamente sui social network, dove gli antagonisti hanno lanciato l’allarme parlando di “militarizzazione del quartiere”. Fin dalle prime ore del mattino, un presidio di militanti si è radunato in zona, tenuto a distanza dal cordone delle forze dell’ordine.
Nel pomeriggio si sono verificati momenti di forte tensione, con un corteo di protesta disperso con l’uso di idranti. La giornata si è conclusa con scontri durante una successiva manifestazione che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, durante la quale si sono registrati lanci di oggetti, cassonetti incendiati e cariche da parte della polizia, con un bilancio di diversi agenti feriti.
IL CONTESTO: ASKATASUNA, UN PEZZO DI STORIA DI TORINO
Occupato dal 1996, Askatasuna (che in lingua basca significa “libertà”) è da quasi trent’anni uno dei centri sociali più noti e attivi d’Italia. Oltre ad essere un punto di riferimento per la militanza politica, in particolare per il movimento No Tav, ha ospitato negli anni innumerevoli attività culturali, concerti e dibattiti, richiamando anche figure di spicco del panorama intellettuale come lo storico Alessandro Barbero e il fumettista Zerocalcare. Lo sgombero segna la fine di un’epoca e apre un nuovo, incerto capitolo nei rapporti tra l’amministrazione comunale e i movimenti antagonisti della città.
