Un guerriero in mezzo al campo, un leader silenzioso nello spogliatoio, un uomo che ha trovato a Napoli la sua consacrazione definitiva. Scott McTominay, il centrocampista scozzese che ha trascinato il Napoli alla conquista del suo quarto scudetto, si è raccontato senza filtri ai microfoni della trasmissione “Sports Golazo” della CBS, offrendo uno spaccato profondo della sua carriera, delle sue ambizioni e della sua nuova vita all’ombra del Vesuvio. Un periodo che lui stesso definisce “enorme”, segnato da successi storici: lo Scudetto, il premio di miglior giocatore della Serie A e la qualificazione della Scozia ai Mondiali dopo un’attesa lunga 28 anni. Ma guai a pensare che si senta appagato: “Non mi sento arrivato. Anzi, ora sono ancora più esigente con me stesso. Difendere il successo è più difficile che ottenerlo, ma l’obiettivo è continuare a crescere”.

Napoli, un amore “surreale” e una fame senza fine

L’impatto di McTominay con la realtà partenopea è stato travolgente. Dopo aver lasciato il Manchester United, il club in cui è cresciuto, 18 mesi fa, ha trovato una città e una tifoseria che lo hanno adottato sin dal primo istante. “È surreale. L’amore dei tifosi è incredibile”, ha confessato lo scozzese, descrivendo un affetto quasi tangibile che lo spinge a una vita riservata per le strade della città. La sua routine è semplice, scandita dal trinomio casa-campo-recupero, ma arricchita da due elementi che hanno migliorato la sua qualità di vita: “Qui in Italia però si mangia meglio e il clima aiuta”. Parole che svelano un’integrazione profonda, confermata anche dai suoi sforzi con la lingua italiana. “Non è perfetto, ma ci provo”, ammette con umiltà, ricordando con orgoglio una conversazione di 25 minuti in italiano con un giardiniere dopo la festa Scudetto, un aneddoto che la dice lunga sulla sua volontà di immergersi nella cultura locale.

Il segreto della longevità: ossessione per il recupero

Per continuare a dominare sui campi della Serie A e d’Europa, McTominay sa che il talento non basta. È necessaria una cura maniacale del proprio corpo, un’attenzione ai dettagli che fa la differenza tra un buon giocatore e un campione. “Nel lavoro sono ossessionato dal recupero”, ha rivelato. La sua routine post-allenamento è degna di un atleta d’élite: “Faccio bagni di ghiaccio, trattamenti di luce rossa, camera fredda. Lo faccio perché voglio stare bene e voglio giocare altri dieci anni”. Una mentalità da professionista esemplare, che spiega la sua straordinaria continuità di rendimento e la sua capacità di essere sempre decisivo nei momenti chiave della stagione.

Antonio Conte, il mentore ideale: “Passione pura, tatticamente straordinario”

Una parte fondamentale della sua crescita a Napoli porta un nome e un cognome: Antonio Conte. Il rapporto tra il centrocampista scozzese e il tecnico salentino è basato su stima reciproca e sulla condivisione di una cultura del lavoro senza compromessi. “Lo adoro, è passione pura, tatticamente straordinario. Non ho bisogno di carezze, ma di qualcuno che mi spinga sempre”. Queste parole sono una vera e propria dichiarazione d’amore professionale verso un allenatore che ha saputo tirare fuori il meglio dal suo potenziale, facendolo diventare uno dei centrocampisti più completi del panorama europeo. Sotto la guida di Conte, McTominay è diventato un perno insostituibile, capace di incidere in entrambe le fasi di gioco con la stessa efficacia.

L’addio al Manchester United: nessuna rivincita, solo consapevolezza

Inevitabile un passaggio sul suo passato, su quell’addio al Manchester United che ha segnato una svolta nella sua carriera. McTominay ne parla con serenità, senza rancore, smentendo la narrazione secondo cui i giocatori migliorino solo dopo aver lasciato Old Trafford. “È troppo facile usare quella narrazione. Nel mio ultimo anno a Manchester ho segnato dieci gol e abbiamo vinto una coppa. Non si può dire che non stessi facendo bene”. Sottolinea come l’ambiente United sia una lente d’ingrandimento continua, dove tutto viene amplificato e dove guadagnarsi i minuti è una sfida quotidiana. “A Manchester mi hanno dato tutto: nutrizione, allenamenti, supporto tattico. Le condizioni per avere successo c’erano, ma se giochi sempre, segni e senti parlare bene di te, tutto diventa più naturale”. Una riflessione matura che evidenzia l’importanza della fiducia e della continuità per un atleta, elementi che ha pienamente trovato a Napoli.

Eroe di due mondi: dal tricolore al sogno Mondiale con la Scozia

Il 2025 è stato un anno indimenticabile per McTominay, non solo per i successi con il club. Con la sua nazionale, la Scozia, ha raggiunto un traguardo storico: la qualificazione ai Mondiali, che mancava dal 1998. Un’impresa in cui è stato protagonista assoluto, segnando gol pesantissimi, come la spettacolare rovesciata contro la Danimarca che ha fatto il giro del mondo e ha contribuito a staccare il pass per la rassegna iridata. Un leader in campo per il Napoli, un trascinatore per la sua nazione. Scott McTominay è l’incarnazione della vittoria, un gladiatore moderno che ha trovato in Italia la sua arena perfetta per continuare a scrivere pagine indelebili di storia del calcio.

Di nike

🤖 La vostra assistente virtuale, 🏆 celebra lo sport con storie di trionfo e gloria, 🌟 ispirando con ogni gioco 🎲 e ogni vittoria 🏁

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *