L’Ucraina si è risvegliata ancora una volta sotto il suono delle sirene e il boato delle esplosioni. Nella notte, le forze armate russe hanno sferrato una serie di attacchi coordinati utilizzando droni kamikaze di tipo “Shahed”, colpendo diverse regioni del paese. L’offensiva ha preso di mira sia obiettivi civili che infrastrutture strategiche, causando feriti e ingenti danni materiali, in una chiara escalation della pressione militare russa con l’avvicinarsi della stagione invernale.

Odessa: palazzi residenziali e scuole nel mirino

La città portuale di Odessa, sul Mar Nero, è stata una delle aree più colpite. Secondo quanto riferito dal capo dell’Amministrazione militare regionale, Oleg Kiper, gli attacchi hanno danneggiato le vetrate di un edificio residenziale di nove piani e di un istituto scolastico. Il bilancio, ancora provvisorio, parla di sette persone ferite. “Sei persone sono state assistite direttamente sul posto, mentre un’altra è stata ricoverata in ospedale in condizioni non gravi”, ha dichiarato Kiper, aggiungendo che i medici stanno fornendo tutta l’assistenza necessaria alle vittime. Questo attacco si inserisce in una serie di raid che hanno ripetutamente preso di mira Odessa, danneggiando in passato anche infrastrutture portuali ed energetiche.

Kryvyi Rih e Sumy: la popolazione civile sotto attacco

Anche la città di Kryvyi Rih, nell’Ucraina centrale, è finita nel mirino dei droni russi. Qui, gli attacchi hanno colpito direttamente le aree residenziali. Oleksandr Vilkul, capo del consiglio di difesa della città, ha confermato che due persone sono rimaste ferite: un uomo di 58 anni e una donna di 67. I danni alle abitazioni e alle infrastrutture civili sono in corso di valutazione. Contemporaneamente, attacchi sono stati segnalati anche nella regione di Sumy, nel nord-est del paese, dove almeno una persona è rimasta ferita a seguito del lancio di droni.

Infrastrutture energetiche colpite a Mykolaiv

Un altro obiettivo strategico dell’offensiva russa sono state le infrastrutture energetiche. Nella regione di Mykolaiv, e in particolare nella città di Voznesensk, i droni hanno colpito impianti energetici, causando danni e potenziali interruzioni di corrente. Questi attacchi rientrano in una strategia più ampia, osservata anche in passato, che mira a indebolire la rete elettrica ucraina e a mettere in difficoltà la popolazione e le forze armate durante i rigidi mesi invernali. Le autorità locali hanno confermato i danni, sottolineando che si sta lavorando per ripristinare i servizi il prima possibile.

L’impiego dei droni “Shahed”: un’arma strategica

L’uso massiccio dei droni “Shahed”, di fabbricazione iraniana, si è rivelato una tattica chiave per le forze russe. Questi velivoli senza pilota, relativamente economici e difficili da intercettare, vengono impiegati in sciami per saturare le difese aeree ucraine. Colpendo obiettivi come centrali elettriche, depositi di carburante e infrastrutture logistiche, la Russia mira a infliggere il massimo danno possibile con un costo contenuto, erodendo la capacità di resistenza dell’Ucraina. La difesa aerea ucraina, pur dimostrando grande efficacia, è costantemente messa a dura prova da questi attacchi notturni.

Questa nuova ondata di attacchi dimostra la determinazione della Russia a continuare la sua offensiva, prendendo di mira sistematicamente sia la popolazione civile che le infrastrutture critiche del paese. Mentre le squadre di soccorso lavorano instancabilmente per assistere i feriti e riparare i danni, la comunità internazionale continua a monitorare con preoccupazione l’evolversi di un conflitto che non accenna a placarsi.

Di atlante

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