Il mondo della moda e quello della spiritualità si sono incontrati in un connubio sorprendente e affascinante. La prestigiosa rivista Vogue America ha svelato la sua attesissima classifica delle personalità meglio vestite del 2025, e tra nomi di attori, musicisti e icone del fashion system, spicca una figura inaspettata: Sua Santità Papa Leone XIV. Una scelta che ha immediatamente catturato l’attenzione globale, accendendo i riflettori su come l’estetica e la tradizione possano dialogare nel contesto della massima autorità spirituale della Chiesa Cattolica.
La motivazione fornita dalla redazione di Vogue è tanto eloquente quanto precisa: il Pontefice è stato lodato per aver saputo “coniugare il rispetto per la tradizione papale con uno stile distintivo“. Il magazine sottolinea una rottura con l’approccio più austero del suo predecessore, Papa Francesco, pur mantenendo un profondo rispetto per l’eredità liturgica. “Rompendo con i gusti umili del suo predecessore, Papa Francesco, ma mantenendo il suo sarto e perpetuando l’eredità papale per paramenti liturgici di pregio“, si legge nella nota ufficiale. Questo riconoscimento non celebra unicamente una preferenza per il lusso, ma piuttosto la capacità di comunicare attraverso l’abito, unendo simbologia, storia e un’impeccabile maestria artigianale.
L’Artigiano Dietro il Trono: Filippo Sorcinelli e l’Atelier LAVS
Il “sarto” menzionato da Vogue è un nome d’eccellenza nel panorama dell’artigianato sacro italiano: Filippo Sorcinelli, anima e fondatore dell’atelier LAVS (Laboratorio Atelier Vesti Sacre). Da oltre due decenni, Sorcinelli è il partner di fiducia dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, un ruolo che lo ha visto vestire sia Benedetto XVI che Papa Francesco. Con l’elezione di Papa Leone XIV, la collaborazione è proseguita, confermando l’inestimabile valore del suo lavoro.
L’atelier LAVS non produce semplici vesti, ma autentiche opere d’arte sartoriale. Ogni paramento è il risultato di uno studio approfondito della tradizione liturgica, della simbologia cristiana e di una ricerca meticolosa dei materiali più pregiati. Le creazioni per Papa Leone XIV, come quelle per i suoi predecessori, sono caratterizzate da un’eleganza senza tempo, dove ogni ricamo, ogni tessuto e ogni dettaglio cromatico contribuisce a creare un insieme armonico e carico di significato. È questa fusione di arte, fede e alta sartoria che ha evidentemente colpito l’occhio critico di Vogue.
Una Classifica Eclettica: da Hollywood al Vaticano
La presenza di Papa Leone XIV acquista ancora più risalto se si considera l’eclettismo della classifica di Vogue. La lista delle 55 personalità meglio vestite del 2025 è un vero e proprio spaccato della cultura contemporanea, un mosaico di stili e provenienze diverse. Accanto al Pontefice, troviamo icone della musica come Bad Bunny, Rihanna e Rosalía, e stelle del cinema del calibro di Jenna Ortega, protagonista della serie “Mercoledì”, Jennifer Lawrence, Cate Blanchett e l’intramontabile Tilda Swinton, spesso vestita dal designer Haider Ackermann, anch’egli presente in classifica.
Non mancano i giovani talenti che dettano le nuove tendenze, come l’attore Timothée Chalamet e la modella Alex Consani. Il mondo dello sport è rappresentato da atleti come il giocatore di baseball Yoshinobu Yamamoto e la stella dell’NBA Shai Gilgeous-Alexander, che hanno dimostrato come lo stile non si fermi fuori dal campo da gioco. La lista include anche figure di spicco come l’ex First Lady Michelle Obama e la nuova First Lady di New York, Rama Duwaji.
In questo panorama internazionale, l’Italia trova la sua rappresentante in una delle figure più influenti della moda globale: la stilista Miuccia Prada. La sua inclusione, insieme a quella del Pontefice vestito da un atelier italiano, sottolinea ancora una volta il ruolo centrale del nostro Paese come culla di stile, creatività e artigianalità senza pari.
L’Analisi di uno Stile Papale
La scelta di Vogue non è un semplice vezzo stilistico, ma un’analisi culturale profonda. Lo stile di un Papa è un potente strumento di comunicazione non verbale. Mentre Papa Francesco ha utilizzato abiti semplici per veicolare un messaggio di umiltà e vicinanza agli ultimi, la scelta di Papa Leone XIV di riabbracciare paramenti più elaborati, pur nella loro squisita fattura, può essere interpretata come un desiderio di riaffermare la solennità e la sacralità del suo ruolo, di riportare al centro la bellezza come via verso il trascendente. Non si tratta di ostentazione, ma di una celebrazione della tradizione artistica che la Chiesa ha custodito per secoli. Un messaggio che, a quanto pare, ha saputo varcare i confini del Vaticano per risuonare persino nelle pagine della bibbia della moda.
