Napoli – Una giornata definita “storica” da più parti, quella che ha visto l’avvio della demolizione della Vela Rossa di Scampia. Le pinze meccaniche degli escavatori hanno iniziato a smantellare uno degli ultimi, e più tristemente noti, simboli del degrado urbano non solo di Napoli, ma dell’Italia intera. L’intervento segna una tappa fondamentale del progetto “ReStart Scampia“, un’ambiziosa operazione di rigenerazione urbana che promette di ridisegnare il volto e il futuro di un’area per troppo tempo associata a illegalità e marginalizzazione sociale.

Un Progetto da Oltre 150 Milioni di Euro per la Rinascita di Scampia

L’abbattimento della Vela Rossa è parte di un piano molto più ampio, sostenuto da un investimento complessivo di circa 159 milioni di euro. Come sottolineato dal ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, questo intervento è un “segnale concreto della presenza dello Stato” e un esempio tangibile di come le politiche di coesione dell’Unione Europea possano innescare processi virtuosi di sviluppo. I fondi provengono da diverse fonti, tra cui il PN Metro Plus 2021-2027, il PNRR, il Fondo Complementare e il Programma Periferie, a dimostrazione di una strategia integrata per il recupero del quartiere.

Il progetto “ReStart Scampia” non si limita alle demolizioni. Dopo la Vela Verde (abbattuta nel 2020) e la Vela Gialla (demolita nel 2025), ora tocca alla Rossa. L’obiettivo finale è la costruzione di un nuovo eco-quartiere al posto del vecchio Lotto M, con 433 nuovi alloggi a energia quasi zero (NZEB) destinati agli attuali residenti delle Vele. La conclusione dei lavori per l’abbattimento della Vela Rossa è prevista per marzo 2026, mentre i primi nuovi appartamenti dovrebbero essere consegnati entro la fine del 2026.

Dall’Utopia Architettonica al Simbolo del Degrado

Le Vele di Scampia, progettate dall’architetto Francesco Di Salvo e costruite tra il 1962 e il 1975, nacquero da un’idea urbanistica utopica. L’intento era quello di creare un complesso residenziale innovativo, ispirato ai grandi insediamenti modernisti europei, che potesse replicare la socialità dei vicoli del centro storico di Napoli. Il progetto originale prevedeva sette edifici, spazi comuni, aree verdi e servizi che avrebbero dovuto rendere il quartiere un ecosistema autosufficiente. Tuttavia, la realtà si rivelò ben presto molto diversa. La mancanza di servizi, l’abbandono istituzionale e l’occupazione abusiva da parte dei terremotati dell’Irpinia nel 1980 trasformarono quell’utopia in un ghetto, un simbolo di fallimento urbanistico e un focolaio di criminalità, la cui immagine è stata tristemente resa celebre a livello internazionale da produzioni come il film e la serie “Gomorra”.

Un Futuro di Servizi, Verde e Comunità: Cosa Prevede “ReStart Scampia”

La trasformazione di Scampia punta a essere non solo urbana, ma anche sociale e culturale. Il progetto, frutto di un percorso di co-progettazione con cittadini e associazioni, prevede la realizzazione di:

  • Un parco pubblico di quartiere.
  • Spazi per l’agricoltura urbana, come orti e frutteti sociali.
  • Un complesso scolastico con asilo nido e scuola dell’infanzia.
  • Un centro civico con funzioni sociali e culturali.
  • Una fattoria con finalità didattiche e un mercato di prossimità.

L’unica struttura superstite del complesso originario, la Vela Celeste, non sarà abbattuta ma riqualificata. Diventerà un centro polifunzionale destinato a ospitare servizi pubblici e uffici della Città Metropolitana, trasformandosi da reliquia del passato a cuore pulsante della nuova Scampia.

Le Voci delle Istituzioni e della Comunità

Alla cerimonia di avvio della demolizione erano presenti il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il presidente della Regione Campania, Roberto Fico, che hanno parlato di “giornata storica” e “commovente”. Manfredi ha sottolineato come il progetto stia trasformando un simbolo negativo in uno “spazio di speranza e opportunità”. Fico ha evidenziato l’importanza di un processo “nato dall’ascolto e dalla partecipazione degli abitanti”. Anche il comitato “Vele”, che per decenni si è battuto per la riqualificazione, ha celebrato il momento con uno striscione: “Ha vinto la lotta”. Questo slogan testimonia il lungo e difficile percorso della comunità locale, che non si è mai arresa all’idea di vivere nel degrado e ha lottato per decenni per ottenere una casa dignitosa e la rinascita del proprio quartiere.

Il ministro Foti ha inoltre evidenziato come l’area Scampia-Secondigliano sia stata individuata come territorio strategico dove replicare il modello di intervento già sperimentato con successo a Caivano, con l’obiettivo di restituire dignità a territori per troppo tempo umiliati.

Di atlante

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