L’AQUILA – Si allungano i tempi per una decisione definitiva sul futuro della “famiglia del bosco” di Palmoli. La Corte d’Appello dell’Aquila, al termine di un’udienza prettamente documentale svoltasi in modalità telematica, si è riservata di decidere sul reclamo presentato dagli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas. Il ricorso si oppone fermamente all’ordinanza emessa dal Tribunale per i Minorenni, che aveva decretato la sospensione della responsabilità genitoriale per i coniugi Nathan Trevallion e Catherine Birmingham e il conseguente collocamento dei loro tre figli minori in una casa famiglia di Vasto. I giudici avranno ora 60 giorni di tempo, a partire dalla data di deposito del reclamo avvenuto il 27 novembre, per esprimersi. La scadenza è quindi fissata per il prossimo 27 gennaio.
La strategia difensiva e le contestazioni all’ordinanza
La difesa della coppia anglo-australiana, che ha scelto uno stile di vita alternativo in un casolare isolato nelle campagne della provincia di Chieti, contesta radicalmente i presupposti del provvedimento del Tribunale. Secondo i legali Femminella e Solinas, mancherebbero i criteri di emergenza, eccezionalità e preminente interesse del minore a sostegno di una misura così drastica come l’allontanamento. La difesa sostiene che non vi fosse alcuna situazione di urgenza tale da giustificare l’intervento delle forze dell’ordine e che si sarebbero potute esplorare soluzioni alternative meno traumatiche per i bambini.
Nel loro reclamo, gli avvocati hanno evidenziato diversi punti cruciali. In primo luogo, una presunta violazione del diritto all’assistenza linguistica durante le fasi precedenti del procedimento, che avrebbe compromesso la piena comprensione degli atti da parte dei genitori. Inoltre, si contesta la valutazione sulla cosiddetta “deprivazione tra pari”, sostenendo che i minori avessero contatti e giocassero con altri bambini, come confermato da alcune testimonianze di vicini. Un altro aspetto centrale riguarda l’istruzione: la difesa afferma che l’istruzione parentale, garantita dalla Costituzione, non è stata omessa. Per la figlia più grande, in età scolare, era stata ottenuta l’ammissione all’esame di idoneità presso una scuola statale, con documentazione acquisita però solo dopo l’emissione dell’ordinanza.
Un cambio di rotta: apertura a scuola e vaccini
Un elemento significativo emerso nelle ultime settimane è il cambio di atteggiamento manifestato dai genitori. Gli avvocati hanno depositato documenti che attesterebbero la disponibilità della coppia ad adeguare l’abitazione di Palmoli per renderla più confortevole, a consentire ai figli di frequentare la scuola e a completare il percorso vaccinale. Questo rappresenta un punto di svolta rispetto alla posizione iniziale, nel tentativo di dimostrare ai giudici la volontà di collaborare con le istituzioni per il benessere dei figli.
Tuttavia, il quadro rimane complesso. Dalle relazioni dei servizi sociali, che seguono il caso da oltre un anno, emergono dettagli sulla vita dei bambini nella struttura protetta. Si parla di un iniziale smarrimento seguito da un graduale adattamento, ma anche di comportamenti che, secondo gli operatori, sarebbero indicativi di “deprivazioni”. Ad esempio, la relazione menziona la reazione dei bambini a elementi comuni come gli interruttori della luce o il soffione della doccia, e sottolinea che, secondo la tutrice, i minori non saprebbero né leggere né scrivere.
Una vicenda mediatica e politica
Il caso della “famiglia del bosco” ha rapidamente travalicato i confini della cronaca locale, diventando un tema di dibattito nazionale che ha coinvolto anche la politica. L’intervento di figure come il leader della Lega, Matteo Salvini, ha polarizzato la discussione, trasformando una delicata questione di diritto di famiglia in un terreno di scontro ideologico. Questa sovraesposizione mediatica ha sollevato preoccupazioni anche da parte della Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Abruzzo, che ha richiamato alla necessità di tutelare la riservatezza dei minori coinvolti.
Mentre la Corte d’Appello valuterà gli atti depositati telematicamente dalla difesa, dalla curatrice e dalla tutrice dei minori, la famiglia e l’opinione pubblica restano in attesa di un verdetto che scriverà una pagina importante sul delicato equilibrio tra libertà di scelta educativa dei genitori e il dovere dello Stato di proteggere il benessere dei bambini.
