ROMA – Nel complesso universo della transizione ecologica, la mobilità elettrica rappresenta uno dei capitoli più affascinanti e, al contempo, controversi. In un’Italia che viaggia a due velocità, con un mercato delle auto elettriche che stenta a decollare (attestandosi a circa il 5% delle immatricolazioni, ben al di sotto della media europea), una domanda sorge spontanea: quali sono i veri ostacoli che frenano gli italiani dall’abbracciare la propulsione a zero emissioni? La risposta, tutt’altro che scontata, arriva da una rigorosa analisi condotta dall’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School. La ricerca, dal titolo emblematico “L’Italia e l’auto elettrica: tra percezioni e consapevolezza”, presentata nella prestigiosa cornice di Villa Blanc, sposta l’obiettivo dalle barriere strutturali, come costi e infrastrutture, al “lato software” della transizione: le percezioni, le aspettative e le narrazioni che plasmano le decisioni d’acquisto.
Come giornalista che ha sempre guardato all’intersezione tra meccanica, fisica e lifestyle, trovo questo approccio illuminante. Non si tratta solo di analizzare le specifiche tecniche di una batteria o la capillarità di una rete di ricarica, ma di entrare nella mente del consumatore, decodificando quel complesso mix di logica ed emozione che guida ogni scelta. Ed è proprio qui che lo studio, diretto con acume da Fabio Orecchini, direttore scientifico dell’Osservatorio, segna un punto di svolta.
Una Metodologia Innovativa: l’Intelligenza Artificiale al Servizio della Comprensione
Ciò che distingue questa ricerca è il suo approccio metodologico d’avanguardia. Abbandonando i confini dei tradizionali sondaggi a risposta multipla, l’Osservatorio ha integrato l’indagine quantitativa con un’analisi qualitativa profonda, resa possibile da sofisticati modelli di Intelligenza Artificiale sviluppati internamente. Questo ha permesso di elaborare migliaia di risposte aperte, lasciando che gli intervistati esprimessero liberamente dubbi, timori e speranze. “Grazie a questi strumenti,” spiega Orecchini, “siamo riusciti ad analizzare in modo sistematico contenuti che finora era difficile trattare, individuando pattern tematici e sfumature interpretative con maggiore precisione e neutralità”. Un salto quantico, potremmo dire, che ci permette di passare da una fotografia sgranata a un’immagine ad alta definizione del pensiero degli italiani.
Il Muro della Percezione: i Timori di Chi Non Guida Elettrico
L’analisi dei “non possessori” di veicoli elettrici (BEV) dipinge un quadro chiaro, dominato da barriere cognitive e informative. I dati parlano da soli:
- Il 72% ritiene il prezzo d’acquisto troppo elevato.
- Il 67% esprime forti preoccupazioni sulla durata della batteria.
- Oltre il 58% giudica insufficiente la rete di ricarica, specialmente quella autostradale.
Questi numeri, tuttavia, raccontano solo una parte della storia. Il dato forse più significativo è che quasi la metà del campione lamenta difficoltà nel reperire e interpretare informazioni chiare e affidabili su costi reali, incentivi, autonomia effettiva e tempi di ricarica. Emerge una conoscenza frammentata, spesso obsoleta, che alimenta una diffidenza costruita “da fuori”, basata più su pregiudizi radicati e sul sentito dire che su criticità realmente sperimentate. È il trionfo della percezione sulla realtà, un gap informativo che si trasforma in un freno potente al cambiamento.
L’Esperienza che Demolisce i Pregiudizi: la Parola ai Possessori di BEV
Quando si passa ad analizzare le risposte di chi un’auto elettrica la guida ogni giorno, lo scenario cambia radicalmente. Molte delle paure più diffuse si attenuano, quasi svaniscono, lasciando spazio a un’esperienza d’uso largamente positiva. La ricerca evidenzia come:
- Oltre il 70% dei possessori considera la gestione quotidiana dell’autonomia adeguata alle proprie necessità.
- Il 56,4% apprezza la maggiore economicità di gestione dell’elettrico rispetto a un veicolo termico tradizionale.
- Il 57,5% ritiene i tempi di ricarica pienamente compatibili con le proprie abitudini.
Questi dati sono la prova tangibile che l’esperienza diretta è il più potente antidoto contro la disinformazione. Le criticità tecniche percepite dall’esterno risultano fortemente ridimensionate nell’uso quotidiano. Tuttavia, un punto di convergenza tra i due gruppi esiste ed è fondamentale: l’infrastruttura di ricarica pubblica e autostradale non è ancora percepita come sufficientemente affidabile e omogenea, influenzando la valutazione complessiva sull’utilizzabilità del mezzo su lunghe distanze.
Le Leve per la Svolta: Cosa Chiedono gli Italiani per Passare all’Elettrico
Se il problema è il divario tra percezione e consapevolezza, quali sono le soluzioni per colmarlo? Lo studio della Luiss Business School non si limita alla diagnosi, ma identifica con precisione le quattro leve strategiche su cui intervenire per sbloccare il mercato.
- Riduzione del Prezzo d’Acquisto: Indicata come priorità assoluta dal 55,4% degli intervistati, si conferma come il fattore più decisivo.
- Stabilità degli Incentivi: Più che l’entità del bonus, gli italiani chiedono prevedibilità e certezze nel tempo, per poter pianificare l’acquisto senza l’incognita di bonus a esaurimento.
- Sviluppo della Rete di Ricarica: Una rete capillare, affidabile e ben distribuita è considerata una priorità massima dal 12,7% del campione.
- Garanzia sulla Batteria: Una garanzia di lunga durata sulla componente più costosa e temuta del veicolo emerge come una risposta diretta alle ansie tecnologiche, raccogliendo oltre il 50% delle preferenze nelle prime tre posizioni.
Interessante notare come altre leve, quali la wallbox gratuita, i servizi digitali o gli abbonamenti energetici, risultino marginali, a dimostrazione che le preoccupazioni principali sono concrete e strutturali.
Conclusioni: Costruire un Ecosistema di Fiducia
In definitiva, la ricerca “L’Italia e l’auto elettrica: tra percezioni e consapevolezza” ci consegna una lezione fondamentale. Per accelerare la transizione non bastano rivoluzioni tecnologiche, ma serve costruire un ecosistema solido basato su prezzi competitivi, infrastrutture affidabili e, soprattutto, un’informazione chiara e trasparente. Il mercato ha bisogno di “prove sociali”, di meccanismi attraverso cui l’esperienza positiva dei possessori di BEV possa diventare un punto di riferimento credibile per i futuri acquirenti, accorciando la distanza tra l’immaginario e la realtà dell’elettrico. Solo trasformando la curiosità in consapevolezza e la consapevolezza in fiducia, la mobilità a zero emissioni potrà diventare, anche in Italia, non solo una scelta possibile, ma una scelta realmente desiderabile per tutti.
