BERLINO – Una luce in fondo al tunnel della diplomazia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al termine di un intenso vertice a Berlino, ha annunciato che le proposte per un accordo di pace, elaborate in stretta collaborazione con gli Stati Uniti, potrebbero essere finalizzate “oggi o domani”. Subito dopo, gli inviati americani le presenteranno al Cremlino, aprendo la strada a consultazioni dirette con la Russia che potrebbero culminare in incontri ad alto livello già nel prossimo fine settimana. “Siamo nel mezzo dei negoziati di pace più intensi e mirati dall’inizio della guerra”, ha dichiarato Zelensky, sottolineando la volontà di arrivare a una soluzione definitiva e non a una “pausa o a una soluzione temporanea e incerta”.

I Pilastri dell’Accordo: Garanzie di Sicurezza e Ricostruzione

Al centro delle trattative vi sono cinque documenti chiave. Tra questi, un ruolo cruciale è giocato dalle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Kiev insiste affinché queste siano “giuridicamente vincolanti”, ovvero approvate e votate dal Congresso degli Stati Uniti, in modo da rispecchiare la forza dell’articolo 5 del trattato NATO. Secondo fonti americane, l’amministrazione Trump sarebbe disposta a presentare al Senato un documento che includa tali garanzie, riconoscendo la necessità di un impegno “solido” per prevenire future aggressioni. Oltre alla sicurezza, sul tavolo ci sono un piano di pace in 20 punti e un vasto programma per la ricostruzione economica del paese.

Il vertice di Berlino, che ha visto la partecipazione di numerosi leader europei, tra cui la premier italiana Giorgia Meloni, ha riaffermato l’unità d’intenti tra Europa e Stati Uniti nel sostenere Kiev. In una dichiarazione congiunta, i leader europei si sono impegnati a lavorare insieme a Washington per fornire “solide garanzie di sicurezza e misure di sostegno alla ripresa economica dell’Ucraina”. Si è discusso anche della creazione di una forza multinazionale a guida europea per mantenere la pace, qualora si raggiungesse un’intesa.

Il Nodo Territoriale: Il Donbass al Centro dello Stallo

Nonostante l’ottimismo palpabile, il principale ostacolo sulla via della pace rimane la questione territoriale. Le posizioni tra Kiev e Washington, e di conseguenza con Mosca, sono ancora distanti. Secondo quanto emerso, gli Stati Uniti spingerebbero per una soluzione che veda l’Ucraina rinunciare alle parti della regione del Donbass che ancora controlla, mentre Kiev è ferma sulla proposta di congelare le linee all’attuale punto di contatto. “Stiamo discutendo della questione territoriale. Sapete che è una delle questioni chiave. Al momento, non c’è ancora un consenso al riguardo”, ha ammesso Zelensky.

Il presidente ucraino ha ribadito con forza che qualsiasi decisione sui territori spetta unicamente al popolo ucraino, eventualmente attraverso un referendum, e ha escluso un riconoscimento de jure o de facto del Donbass come territorio russo. Questa divergenza rappresenta il punto più critico dei negoziati, come confermato anche da fonti americane che, pur parlando di un “90% delle questioni risolte”, identificano proprio qui il fulcro delle difficoltà.

Le Reazioni Internazionali: Cauto Ottimismo e la Posizione di Mosca

Da Washington trapela un cauto ottimismo. Il presidente Donald Trump si è detto “molto soddisfatto” dei negoziati, affermando di non essere “mai stati così vicini alla fine della guerra”. Anche i negoziatori americani presenti a Berlino hanno parlato di “molti progressi”. I leader europei, dal canto loro, hanno salutato con favore i progressi diplomatici, invitando la Russia a “scegliere la pace”.

Tuttavia, la reazione del Cremlino getta un’ombra sulle prospettive di un accordo rapido. Il vice ministro degli Esteri Sergey Ryabkov ha chiarito che la Russia non accetterà compromessi sui “territori chiave” e ha respinto categoricamente qualsiasi presenza di truppe NATO in Ucraina, anche sotto forma di forza di garanzia. Il portavoce Dmitry Peskov, pur non commentando nel dettaglio le proposte non ancora ricevute ufficialmente, ha espresso scetticismo sulla partecipazione europea ai negoziati. Mosca, inoltre, ha respinto l’idea di una tregua natalizia, sottolineando di puntare a una pace “piena e duratura” e non a soluzioni temporanee. La strada verso la pace, sebbene illuminata da nuovi spiragli, si preannuncia ancora lunga e complessa.

Di atlante

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