Una ventata di ottimismo spira sui conti pubblici italiani. Il 2025 si sta caratterizzando per una notevole e positiva inversione di tendenza nella gestione del debito, con il costo delle nuove emissioni in continua discesa e un differenziale di rendimento con i titoli tedeschi (lo spread) ai minimi da anni. È quanto emerge da una recente analisi dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), che nel suo focus “Finanziamento del debito pubblico nel 2025 e le prospettive per il 2026” delinea un quadro di crescente fiducia da parte dei mercati finanziari.
I dati parlano chiaro: nei primi undici mesi del 2025, il costo medio ponderato dei nuovi titoli di Stato emessi è sceso al 2,8%, proseguendo il calo già avviato nel 2024 (3,4%) e allontanandosi significativamente dal picco del 3,8% raggiunto nel 2023, in piena fase di politiche monetarie restrittive per contrastare l’inflazione. Questo calo, sebbene più marcato per i titoli a breve termine, segna un punto di svolta cruciale: per la prima volta negli ultimi tre anni, i rendimenti delle nuove emissioni sono inferiori all’onere medio complessivo del debito pubblico. In parole semplici, l’Italia sta iniziando a finanziarsi a un costo più basso rispetto al peso medio del suo imponente stock di debito, alleggerendo la pressione sulla spesa per interessi.
Lo Spread BTP-Bund ai Minimi: un Segnale di Stabilità
Un altro dato macroscopico che emerge dall’analisi dell’UPB è la drastica riduzione dello spread BTP-Bund. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi, termometro della fiducia degli investitori, si è stabilizzato intorno ai 70 punti base. Un valore che non si vedeva da prima della grande crisi finanziaria e che si discosta enormemente dai 240 punti base toccati nel 2022. Questa compressione del premio al rischio è un indicatore inequivocabile di un miglioramento nella valutazione del merito di credito dell’Italia.
Interessante notare, come sottolinea l’UPB, che questa discesa non è tanto dovuta a una riduzione dei tassi a lungo termine italiani, che sono scesi solo marginalmente, quanto a una dinamica specifica dei due Paesi. Mentre i rendimenti italiani si sono mantenuti stabili, quelli tedeschi sono aumentati, anche a causa delle aspettative di una maggiore spesa pubblica in Germania. Questo fenomeno ha contribuito in modo determinante a restringere la forbice, premiando la stabilità percepita del nostro Paese.
Emissioni Nette e Fabbisogno di Cassa: i Numeri per il 2025 e 2026
Nonostante il quadro positivo sui costi, le necessità di finanziamento dello Stato si mantengono su livelli elevati. Per il 2025, il fabbisogno di cassa è stimato in circa 127 miliardi di euro. Per farvi fronte, le emissioni nette di titoli di Stato dovrebbero ammontare a circa 100 miliardi, considerando anche il contributo derivante dai prestiti dell’Unione Europea legati al PNRR.
Guardando al 2026, le prospettive indicano un fabbisogno leggermente inferiore, a 126 miliardi, ma con un lieve aumento delle emissioni nette, che potrebbero raggiungere i 103 miliardi di euro. Questo anche in relazione alle ultime rate dei fondi europei per il PNRR. A questi numeri si aggiunge l’attività dell’Eurosistema, che sta proseguendo la riduzione del proprio portafoglio titoli. Di conseguenza, si stima che il totale dei flussi che il mercato dovrà assorbire sia stato di 173 miliardi nel 2025 e si manterrà su livelli simili (175 miliardi) nel 2026, evidenziando la continua necessità di attrarre capitali.
Chi Compra il Debito Italiano? Il Ritorno delle Famiglie e la Fiducia degli Esteri
Un aspetto particolarmente significativo dell’analisi riguarda la composizione dei detentori del nostro debito pubblico. Si registra un ritorno in grande stile delle famiglie e delle imprese non finanziarie. La loro quota di possesso è più che raddoppiata rispetto alla fine del 2021, passando dal 6% a circa il 15% a partire dal 2024. Questo risultato, spinto anche da emissioni dedicate come i BTP Valore e BTP Italia, ha portato il portafoglio di questi investitori a eguagliare quasi quello detenuto dalle banche italiane.
Allo stesso tempo, si consolida e cresce la fiducia degli investitori non residenti, che rimangono i principali detentori del debito pubblico italiano. La loro quota ha raggiunto il 33% a settembre 2025, un segnale importante della credibilità internazionale riconquistata dal sistema Paese. Questa maggiore diversificazione della base degli investitori è un fattore di stabilità, poiché riduce la vulnerabilità del debito italiano a shock finanziari esterni.
- Costo Emissioni 2025: 2,8% (primi 11 mesi)
- Spread BTP-Bund: Circa 70 punti base
- Fabbisogno di Cassa 2025: 127 miliardi di euro
- Emissioni Nette 2025: 100 miliardi di euro
- Fabbisogno di Cassa 2026 (stima): 126 miliardi di euro
- Emissioni Nette 2026 (stima): 103 miliardi di euro
- Quota Famiglie/Imprese: Raddoppiata al 15%
- Quota Investitori Esteri: Salita al 33%
