BRUXELLES – In una settimana definita “intensa, forse decisiva” per il futuro del sostegno europeo all’Ucraina, l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Kaja Kallas, ha lanciato un messaggio forte e chiaro sia sul fronte finanziario che su quello geostrategico. Arrivando al Consiglio Esteri a Bruxelles, Kallas ha delineato un quadro preoccupante delle ambizioni russe, spingendo al contempo per soluzioni pragmatiche e rapide per garantire a Kiev le risorse necessarie a difendersi.
L’avvertimento sul Donbass: “Non è l’obiettivo finale di Putin”
Con parole che non lasciano spazio a interpretazioni, Kaja Kallas ha messo in guardia contro una lettura minimalista degli obiettivi di Vladimir Putin nel conflitto. “Dobbiamo capire che il Donbass non è l’obiettivo finale di Putin”, ha dichiarato con fermezza. Secondo la sua analisi, una conquista russa della regione orientale dell’Ucraina rappresenterebbe la caduta di una “fortezza”, un punto di svolta che aprirebbe la strada alla conquista dell’intero Paese. “E, come sapete, se l’Ucraina cade, anche altre regioni saranno in pericolo. Lo sappiamo dalla storia e dovremmo imparare dalla storia”, ha aggiunto, evocando scenari di un’escalation ben più ampia e pericolosa per la stabilità dell’intero continente europeo.
Sostegno finanziario: la via obbligata degli asset russi
Sul piano economico, di fronte alle difficoltà nel trovare un accordo unanime tra i 27 Stati membri, Kallas ha indicato una strada precisa: l’utilizzo degli asset russi congelati. Ha ricordato come la sua proposta di emettere Eurobond per sostenere l’Ucraina, avanzata già due anni fa, si sia arenata per la mancanza di consenso. “Le altre opzioni non funzionano”, ha sentenziato.
La soluzione ora sul tavolo, quella di un “prestito di riparazione” garantito proprio dai beni russi, presenta secondo Kallas vantaggi decisivi:
- Approvazione a maggioranza qualificata: A differenza degli Eurobond, questa proposta non richiede l’unanimità, ma può essere approvata con il voto favorevole di 15 nazioni che rappresentino almeno il 65% della popolazione del blocco. Questo permette di superare l’ostruzionismo di alcuni Paesi, come Ungheria e Slovacchia.
- Nessun peso sui contribuenti europei: I fondi non proverrebbero direttamente dalle casse degli Stati membri, alleggerendo la pressione fiscale sui cittadini dell’Unione.
- Un messaggio politico forte: Utilizzare i beni dell’aggressore per riparare i danni inflitti alla vittima lancia un segnale inequivocabile di responsabilità. “Se si causano tutti questi danni a un altro Paese, si deve pagare per i risarcimenti”, ha affermato Kallas.
Questa posizione arriva in risposta anche a una lettera inviata alla Commissione da quattro Paesi, tra cui l’Italia, che chiedevano di continuare a esplorare soluzioni alternative. Kallas ha riconosciuto l’esistenza di “diverse pressioni”, ma ha ribadito che la strada del prestito basato sugli asset russi è “l’opzione più credibile”, sebbene il percorso per un accordo rimanga “complesso e sempre più difficile”.
Garanzie di sicurezza: “Truppe reali, capacità reali”
Affrontando il tema cruciale della sicurezza a lungo termine per l’Ucraina, l’Alto Rappresentante ha parlato con estrema concretezza. Di fronte a un’adesione alla NATO che al momento appare fuori discussione, Kallas ha sottolineato che le garanzie per Kiev non potranno essere semplici promesse o documenti. “Devono essere truppe reali, capacità reali, in modo che l’Ucraina sia in grado di difendersi”, ha dichiarato la capo della diplomazia UE. Questo implica un impegno tangibile e militare da parte degli alleati, un deterrente concreto per prevenire future aggressioni.
In precedenti dichiarazioni, Kallas aveva definito l’adesione alla NATO come “la garanzia di sicurezza più forte” per l’Ucraina, evidenziando come l’esercito ucraino sia attualmente il più forte in Europa. La sua insistenza su garanzie “reali” riflette la consapevolezza che, senza l’ombrello protettivo dell’Alleanza Atlantica, l’Ucraina necessita di un supporto robusto e credibile per assicurare la propria sovranità.
Una settimana cruciale per l’Europa
Le parole di Kaja Kallas giungono in un momento topico, alla vigilia di un Consiglio Europeo che si preannuncia decisivo. Oltre al sostegno finanziario, sul tavolo dei ministri ci sono anche nuove sanzioni contro la Russia, in particolare contro la cosiddetta “flotta ombra” utilizzata per aggirare le restrizioni sul petrolio. L’UE ha inoltre confermato di aver raggiunto l’obiettivo di fornire due milioni di munizioni all’Ucraina. Le decisioni che verranno prese nei prossimi giorni non solo determineranno la capacità dell’Ucraina di resistere all’aggressione, ma definiranno anche il ruolo e la credibilità dell’Unione Europea come attore geopolitico globale.
