L’Italia si è divisa oggi tra piazze gremite e luoghi di lavoro a ritmo ridotto in occasione dello sciopero generale proclamato dalla CGIL. Una giornata di protesta contro una manovra economica giudicata “ingiusta e dannosa”, che ha visto il suo culmine nella manifestazione nazionale di Firenze, dove il segretario generale Maurizio Landini ha guidato un corteo che, secondo gli organizzatori, ha raccolto circa 100.000 persone. “Le piazze si sono riempite e le fabbriche svuotate”, ha dichiarato Landini dal palco, sottolineando come la mobilitazione rappresenti il dissenso del “Paese reale” verso le politiche dell’esecutivo.
FIRENZE CAPITALE DELLA PROTESTA
Il capoluogo toscano è stato il cuore pulsante della mobilitazione. Migliaia di manifestanti, giunti da tutta la regione, hanno sfilato da Piazza Santa Maria Novella a Piazza del Carmine. Al fianco di Landini, erano presenti diverse figure istituzionali e politiche, tra cui la sindaca di Firenze Sara Funaro, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, e i leader di Alleanza Verdi Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. La richiesta corale è stata quella di un cambio di rotta deciso su temi cruciali come salari, pensioni, sanità e politiche fiscali. “La maggioranza di chi tiene in piedi questo Paese non condivide e non accetta la manovra economica di questo Governo”, ha tuonato Landini, accusando l’esecutivo di raccontare “una quantità di balle” su un’Italia che non corrisponde alla realtà vissuta dai cittadini.
Le parole del segretario della CGIL hanno toccato nervi scoperti del dibattito politico, in particolare la riforma fiscale e le pensioni. “Non può essere che la tassazione sul lavoro dipendente e sulle pensioni sia più alta di quella sui profitti”, ha affermato, invocando un “contributo di solidarietà” da parte delle 500.000 persone più ricche del Paese per finanziare sanità, scuola e politiche industriali. Ha inoltre criticato l’aumento delle spese militari, definendolo “l’unica spesa pubblica che il nostro paese sta prevedendo”.
LA GUERRA DEI NUMERI SULL’ADESIONE
Come da tradizione in occasioni simili, la giornata è stata caratterizzata dal cosiddetto “balletto delle cifre” sull’adesione allo sciopero. La CGIL ha rivendicato un successo, parlando di una partecipazione media nazionale del 68% e di mezzo milione di persone scese in piazza in oltre cinquanta manifestazioni in tutto il Paese. Oltre a Firenze, si sono registrate partecipazioni significative a Torino, Milano, Palermo e in Emilia-Romagna.
Di tutt’altro avviso il governo. Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha parlato di “ennesimo sciopero fallito”, attestando l’adesione nel settore pubblico all’8,2%, dopo una stima iniziale del 20%. Ancora più bassi i dati provenienti dal Ministero dell’Istruzione, che ha registrato un’adesione del 3,86% nel mondo della scuola, una delle percentuali più basse degli ultimi tre anni. Anche il vicepremier e Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha definito “incoraggianti” i dati sulla partecipazione, sottolineando i “disagi limitati” nel settore.
SCONTRO A DISTANZA LANDINI-SALVINI
La polemica tra il leader sindacale e il Ministro dei Trasporti ha tenuto banco per tutta la giornata. Salvini, che nei giorni precedenti aveva definito “irresponsabile” bloccare il Paese, ha visitato la centrale operativa delle Ferrovie dello Stato per monitorare la situazione, ringraziando chi non ha aderito allo sciopero. La replica di Landini non si è fatta attendere: “Noi stiamo facendo il nostro mestiere, quello che non fa Salvini”. Il segretario della CGIL ha rinfacciato al leader della Lega le promesse elettorali non mantenute, come la cancellazione della legge Fornero, accusando il governo di favorire le rendite finanziarie e immobiliari a discapito dei salari.
LE PROSSIME MOSSE DEL SINDACATO
Landini ha annunciato che la mobilitazione non si fermerà. Sono in programma due nuove iniziative politiche: una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare per “una vera sanità pubblica” e la costituzione di un comitato del ‘no’ per il referendum sulla giustizia. “Quando la Costituzione è in discussione, noi scendiamo in campo”, ha avvertito, segnalando la volontà del sindacato di continuare la battaglia su più fronti. “Non ci fermeremo fino a quando non avremo vinto”, è stata la promessa finale dal palco di Firenze.
DISAGI CONTENUTI NEI TRASPORTI
Nonostante i timori della vigilia, i disagi per i cittadini sono stati relativamente contenuti, in particolare nel settore dei trasporti pubblici. Sia Trenitalia che Italo avevano pubblicato le liste dei treni garantiti, e le fasce di garanzia hanno permesso di limitare i problemi per i pendolari nelle grandi città. La precettazione minacciata in precedenti occasioni non si è resa necessaria, ma il confronto tra sindacati e governo sul diritto di sciopero rimane un tema caldo.
